GALLERIA NAZIONALE D'ARTE MODERNA

 

 

15 Febbraio 2016.

Giornata grigia e piovosa giusta per rintanarsi in un museo della capitale e fare un piccolo ripasso di storia dell'arte.

Scacciati da Villa Borghese dove per la visita è necessaria la prenotazione, proseguendo mogi mogi per i giardini omonimi siamo giunti alfin alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna.

La scalinata di fronte al palazzo neoclassico non gode di ottima salute e serve un po' di attenzione per non atterrare sull'asfalto sottostante.

He l'italica incuria!!! WWW Rumiz Paolo giornalista viaggiatore che ha percorso l'italo suolo e non risparmia ingiurie per una classe politica che imperversando da 50 anni ha devastato il bel paese. A riguardo per indignarsi e incazzarsi consiglio la lettura della " Leggenda dei Monti naviganti " , quella di "Morimondo " che narra della discesa in canoa del fiume Po e dell'ultima opera "Appia ". Sale una sorta di disgusto dal profondo dello stomaco.....

Nella galleria entriamo speranzosi....aspetto positivo non c'è coda e ci accolgono con un sorriso a 32 denti o giù di lì!!

 

 

 

 

Dietro alla biglietteria alcune opere in marmo giacciono affrante su un pavimento infranto....il tutto è fortunatamente parte di una installazione:

 

 

 

 

Ma cominciamo con le opere degli artisti più importanti del 900 e dunque da Lucio Fontana (1899-1968) fondatore del movimento spazialista e autore dei famosi tagli. Al centro nella foto c'è l'opera  " Concetto Spaziale: Attese " del 1961. Il taglio è l'atto con cui l'artista rompendo la tela entra nella terza dimensione fuggendo dalla bidimensionalità della superficie.

Anche i globi in primo piano identificati come "Concetto Spaziale: Natura " sono dell'artista argentino.

 

 

 

 

Nella stessa sala  c'è Alberto Burri (1915-1995) con gli altrettanto famosi " Cretti " di cui Gibellina nella Valle del Belice è la corrispondente opera di Land Art:

 

 

 

 

Non manca il Pomodoro Arnoldo (1926) con questa sfera un po' mostruosa pronta a macinare mani e persone...

 

 

 

 

Adolfo Wildt (1868-1931) con il busto del maestro Toscanini è da considerarsi un genio solitario, non appartenne di fatto ad alcun movimento d'avanguardia.

Barocco, gotico, manierista, espressionista, sensibile anche alla corrente secessionista è stato in sintesi un abilissimo artigiano.

Una delle copie del " Vir temporis acti " ossia  " L' uomo antico " l'opera più famosa dell'artista milanese è nella Galleria Carlo Rizzarda di Feltre.

Nota curiosa: usava ripassare le statue con l'urina e il letame di cavallo.

Risultato: dal letame nascono i capolavori oltre ai fiori come narra la famosa canzone di Faber.

 

 

 

 

 

 

Intorno al 900 operava a Parigi il pittore simbolo della Belle Epoque; Giovanni Boldini (1842-1931) ferrarese, ha ritratto le donne più affascinanti di Parigi...semplicemente stupende!!!

 

Ritratto di M.lle Lanthelme, 1907.

 

Non sto percorrendo le stanze del palazzo seguendo le indicazioni museali ma qui se non sbaglio siamo in pieno Simbolismo; a sinistra è di scorcio l'opera " La creazione della luce " del 1913 di Gaetano Previati (1852-1920):

 

 

 

 

Contigua è la sala che ospita il suo maestro, il celebre pittore di Arco: Giovanni Segantini (1858-1899). Fautore del divisionismo è diventato simbolista in corso d'opera. E' d'obbligo per una miglior conoscenza del maestro una tappa a St.Moritz in Engadina.

 

 

 Alla stanga , 1866

 

E negli stessi luoghi, nei Grigioni in Svizzera operò poco tempo dopo Alberto Giacometti (1901-1966);

 

 

 

Sullo sfondo compare un Massimo Campigli (1895-1971) dove il colore e la composizione sono davvero stupendi...

 

 

 

 

Giuseppe Capogrossi (1900-1972) e il segno stanno aldilà del divano....

 

 

 

 

Mentre qui mi sono perso, ma una breve ricerca mi dice che si tratta dell'opera " Foglia d'oro su spine d'acacia " realizzata nel 2002 da Giuseppe Penone:

 

 

 

 

Un po' di fotografia in una galleria che si rispetti non manca mai....massi ciclopici sul fiume? Neanche per sogno sono i magnifici deretani di belle fanciulle in carne!

Bellissimi posteriori sapientemente inseriti in un contesto naturale con l'uso di un grandangolo spinto.

 

 

 

 

Nella  sala successiva campeggia " La gorgone e gli eroi " opera decadente e simbolista di Giulio Aristide Sartorio (1860-1932) realizzata nel 1890.

La Gorgone è Medusa rappresentata mentre si sta trasformando in mostro; nella lunga chioma compaiono infatti i serpenti.

Il corpo ignudo che risplende nelle forme perfette  è al centro della spirale formata dagli " eroi " gli uomini perduti dietro al mito effimero della bellezza.

 

 

 

 

E chiudiamo con " Ercole e Lica " gruppo marmoreo scolpito tra il 1795 e il 1813 del grande Canova (1757-1822). Come racconta Sofocle, Ercole impazzito di dolore per aver indossato la tunica avvelenata intrisa del sangue del centauro Nesso, uccide il messaggero di tale notizia. Lica giovinetto innocente sta per essere scagliato in mare e inutilmente si aggrappa all'altare.

 

 

 

 

E per un museo che vuole aprirsi all'arte contemporanea alcune sale sono a disposizione per performance di ogni tipo; un gruppo di giovani ballerini si sta preparando...tra un po' l'attenzione del pubblico della Galleria sarà per loro.

 

 

 

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