Tina Modotti

 

«Tina è il rosso del vino, così prezioso da lasciarlo posare con delicatezza perché diventi ancor più prezioso…»

 

 

 

 

Tina Modotti (1896-1942) ritratta da E. Weston

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Edward Weston (1886-1958)

 

Al Centro Trevi di Bolzano è attualmente allestita una mostra fotografica dedicata a Tina Modotti che rimarrà aperta al pubblico fino al 17 febbraio. Le immagini sono relative al periodo in cui era modella e amante del noto fotografo americano.

Come riportato nella presentazione della mostra, intorno agli anni 20 Tina Modotti da modella e attrice diventa fotografa. Se dapprima era il soggetto dello sguardo degli altri fotografi e cineasti, a partire dal 1925 comincia lei stessa ad indagare la realtà esterna utilizzando lo strumento fotografico. Nella sequenza delle fotografie si nota inoltre una evoluzione riguardo ai soggetti fotografati.

L'influenza di Weston nelle nature morte, nei fiori e in altri soggetti come i dettagli delle architetture è riconoscibile; abbiamo lo stesso rigore e la stessa " pulizia " delle immagini riprese.

Tina di famiglia povera, originaria di Udine ebbe come padrino lo zio Pietro Modotti anarchico e la scelta politica di schierarsi con i poveri e la rivoluzione sembra una necessaria conseguenza.

Negli anni messicani abbiamo un cambiamento radicale riguardo ai soggetti fotografati: contadini, rivoluzionari, bambini del popolo, la realtà del lavoro, la miseria e la fatica di vivere diventano i suoi soggetti di elezione.

Dunque verso gli anni 30 la sua fotografia ha un'impronta sociale e documentaria. La ritrattistica, i premi e le pubblicazioni gli permisero di vivere e dedicarsi alla sola fotografia.

Nel dicembre del 1929 una sua mostra personale venne definita dal muralista David Alfaro Siqueiros come "La prima mostra fotografica rivoluzionaria in Messico": fu l'apice della sua carriera di fotografa.

All'incirca un anno dopo, fu costretta a lasciare il Messico perchè accusata di aver partecipato all'attentato del Presidente P.O. Rubio e a parte poche eccezioni, non scattò più fotografie.

Donna libera cambiò ripetutamente amanti, ritornò in Europa, fu a Berlino, poi a Mosca. In Spagna durante la guerra civile nel 36 si unì alle Brigate Internazionali ma viste come andarono le cose nel 1939 fuggì di nuovo in Messico dove morì in circostanze misteriose tre anni dopo.

Si narra che essendo stata assoldata dai comunisti Staliniani avesse partecipato all'assasinio di Torckij e dunque dovesse essere eliminata perchè sapeva troppo. Si narra sempre che fu il compagno Vidal l'autore del suo omicidio, quello con cui era ritornata in Europa. Ma per Pablo Neruda fu una fake news dell'epoca. E' altrettanto probabile che fu stroncata da un infarto.

 

<< Sempre, quando le parole "arte" o "artistico" vengono applicate al mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo. Questo è dovuto sicuramente al cattivo uso e abuso che viene fatto di questi termini. Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie foto si differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo, è precisamente che io cerco di produrre non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni.

La maggior parte dei fotografi vanno ancora alla ricerca dell'effetto "artistico", imitando altri mezzi di espressione grafica.

Il risultato è un prodotto ibrido che non riesce a dare al loro lavoro le caratteristiche più valide che dovrebbe avere: la qualità fotografica >>

                                                                                                                               

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