LA DUE GIORNI DI CAORIA

(Rif. Refavaie - Cauriol - Rif. Refavaie) 2a giornata

 

Eccoci di nuovo a Caoria per la seconda puntata. Dopo il Cinque Croci raggiunto con la Ebike il nuovo obiettivo della giornata è stato quello di raggiungere la vetta del M.te Cauriol.

Diciamo subito che sulla vetta non ci sono arrivato ma sulla sella che divide il Piccolo dal Grande Cauriol sono arrivato a mettere faticosamente il piede.

Dopodichè dopo la sosta di rito ho fatto dietrofront con buona pace di un gruppo di montanari che mi incitavano all'ulteriore sforzo di salire fino in cima.

Qui si è aperto un dibattito sulla capacità del montanaro anziano di accontentarsi e portare a casa la pelle.....

Tra le varie risposte una era che sulla vetta c'ero già stato in giovane età salendo dalla via todesca e scendendo da quella italica o viceversa, non ricordo bene.

Convinto di ciò giunto a Santiago una spasmodica ricerca tra le antiche diapositive non portò alcun frutto...eppur salìì lassù...possibile non ci sia una dias Ektachrome che lo attesti?

Mah...comincio a perdere colpi...

 

 

 

 

Come si nota dai dati di Koomot non si tratta di una passeggiata: 1300 metri di dislivello e 4 ore di salita.....dura come il Brentari. Il problema di solito è la discesa che per quanto abbia degli ottimi scarponi mi massacra i piedoni!

Nella notte precedente all'attacco della cima c'era stato un bel temporale con tuoni, fulmini e saette...poi piano piano il tempo è migliorato.

 

 

 

Nebbia nella valle di Caoria

 

 

Salendo in quota all'altezza di Malga Laghetti ecco che compare il gruppo granitico di Cima d'Asta.

 

 

 

Cima d'Asta

 

 

 

Malga Laghetti (m.1582)

 

 

La cartellonistica piazzata poco dopo la malga indica che ci vuole ancora un'ora per raggiungere la Forcella Sadole 400 metri più in sù.

 

 

 

 

Dal bosco emerge l'aguzza sagoma del Piccolo Cauriol (m.2396):

 

 

Il Piccolo Cauriol (m.2394)

 

 

 

 

Dalla Busa del Sadole verso la forcella omonima

 

 

 

Panoramica da Passo Sadole verso la Val di Fiemme

 

 

 

 

Passo Sadole (m.2066)

 

Passo Sadole verso il Vanoi

 

Dopo una breve sosta ho ripreso il cammino che la cima era ancora distante. Dalla forcella bisogna salire infatti di altri 400 metri per giungere all'agognata cima e ci vuole quindi più di un'ora.

 

Sassopiatto e Sassolungo dalla forcella di Sadole

 

Il Piccolo Cauriol da Est

 

Ancora qualche sforzo e qualche " parolazza " degna degli alpini ed eccomi alla fine al traguardo perchè come già scrissi da qui mi mossi solo per scendere a balla!

Bella la vetta 150 metri più in alto.

La domanda è lecita e ne discussi con i ribaldi scesi dalla cima: ma come caz... hanno fatto gli alpini a salire lassù sotto il fuoco delle mitragliatrici e delle granate?

Vabbè che avevano 20 anni ed io ne ho 40 di più ma davvero fu un'impresa folle quella di espugnare il Cauriol!

 

 

Verso il Cauriol

 

Come indicano le tabelle da qui è possibile scendere verso il Rifugio Cauriol in Val di Fiemme percorrendo la via austrica.

 

 

Cardinal e Cauriol dalla sella centrale

 

IL MONTE CAURIOL E LA GUERRA


Il Cauriol è una delle “montagne sacre” della Grande Guerra, che i Comandi italiani vollero conquistare ad ogni costo. Gli alpini, guardando la montagna prima d’assaltarla, si chiedevano se fosse possibile scalarla alpinisticamente, prima che conquistarla con le armi; l’avvicinamento alla vetta si effettuò allo scoperto, di fronte ad avversari schierati su posizioni più alte e decisamente più vantaggiose e comportò un elevato numero di vittime.
Alle 19.50 del 27 agosto del 1916, due battaglioni alpini (il Feltre e il Monrosa), accompagnati da un forte tiro preparatorio delle artiglierie e dopo tre assalti respinti dai fanti austriaci, conquistarono la vetta, facendo 17 prigionieri e impossessandosi di armi e materiali.
Nell’assalto cadde alla testa del proprio plotone, a pochi metri dalla cima, colpito da una palla alla testa, il sottotenente Attilio Carteri della 65 Compagnia del battaglione alpini Feltre: al suo nome è stata dedicata la forcella sulla dorsale Sud.
Gli austriaci rinunciarono a contrattaccare, poiché assai carenti di munizioni.
A fine ottobre 1917 la zona venne abbandonata dalle forze italiane a seguito dello spostamento del fronte conseguente alla rotta di Caporetto, lasciando complessivamente sul campo circa 10.000 caduti da parte italiana e pressoché altrettanti da parte austriaca, vittime sia della guerra che del terribile inverno precedente.

 

 

 

Cartolina del Cauriol da Est

 

Nella collezione di cartoline dedicate ai rifugi e alla montagna ho scoperto quella riportata sopra; in realtà apparteneva a mio suocero; lui non salì lassù ma gliela spedì un amico. La foto del Cauriol è ripresa dalla dorsale del Cardinal dove è visibile un probabile baraccamento militare. Dall'immagine si capisce come il battaglione Monrosa che attaccò da questo lato non riuscì a salire l'impervia cima e rimase bloccato lì sotto. Fu il battaglione Feltre che riuscì nell'intento seguendo il percorso sul lato opposto.

 

 

L'amico dei soldati

 

Giriamo lo sguardo di 180° ed ecco che laggiù in fondo compaiono il Monte San Giovanni e i prati di Malga Cion raggiunti il giorno prima a bordo della Ebike:

 

Verso il Passo 5 Croci

 

L'immagine seguente reperita sul libro di Bettega e Girotto illustra il percorso seguito dal battaglione Feltre:

 

Il Cauriol visto da Sud-Ovest

 

La guerra non finì lì; al Feltre subentrò il Val Brenta e poi il Val Cismon a cui apparteneva il Tenente Monelli. Gli alpini dovettero rintuzzare gli attacchi degli austriaci che non si capacitavano di quella perdita. Il comando italiano inoltre, voleva conquistare il Piccolo Cauriol che sbarrava la strada alla Forcella Sadole e alla valle sottostante. Non successe nulla se non una lunga lista di caduti. Dalla cima gli italiani lanciarono qualche cannonata verso la Val di Fiemme danneggiando qualche abitazione e provocando qualche spavento tra la popolazione. E' il lato assurdo della vicenda che qui ma peggio altrove coinvolse chi la guerra non la faceva affatto.

Ai piedi del Formentone  appaiono impressionanti dicchi di porfido messi a nudo dall'erosione; la foto è stata fatta al ritorno; si intravede il sentiero che porta a Forcella Litegosa.

 

Il M.te Formentone (m.2402)

 

Il giorno prima avevo dato un'occhiata al cimitero militare di Caoria che fu costruito dagli alpini durante i primi anni di guerra. Fino al 1927 erano sepolte qui circa 1000 salme di cui un centinaio appartenenti all'esercito asburgico. Presumo che anche queste durante il fascismo siano state " trafugate " per la propaganda nazionalistica e trasferite altrove probabilmente a Trento.

In paese è sicuramente interessante visitare oltre al museo della guerra, quello dedicato alla civiltà contadina che da sempre ha pagato il maggior contributo di sangue e dolore alla guerra e alla follia che l'ha accompagnata e che la accompagna tutt'ora.

 

 

Il Cimitero militare di Caoria

 

Lapide di ignoto austriaco

 

 

 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI


- Luca Girotto e Adone Bettega, 1914 - 1918 TRA LE ROCCE, IL VENTO E LA NEVE... (AVIANI EDITORE)


- Aldo Zorzi, Monte Cauriol 1916, Ziano di Fiemme 2007

 

- Paolo Monelli, le Scarpe al Sole

 

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