PUGNAI & BELLOTTI

 

Furianoi ossia il punto di partenza di questa gita primaverile, insieme alle località riportate nel titolo forma un " Trio Guerresco ". Pare che in un passato lontanissimo nascondessero chissà quali tesori. Ora giacciono addormentate a metà montagna ma dominano tutt'ora l'importante via di transito dello Schener che collegava Feltre con il Primiero.

In realtà i Bellotti più impavidi controllavano la strada verso il Vanoi esigendo gabbelle esose a chi si avventurava in quelle ripide selve. Furiosi, pugnaci e pronti al << de bello bellumatico >>.

 

 

 

Mappa

 

Il percorso si snoda lungo la propaggine Est del Coppolo e domina il corso del torrente Cismon. Le quote si tengono più o meno sui 700 metri con qualche piccola discesa e conseguente salita. Aldilà del fiume s'intravedono le Vette Feltrine e l'altopiano di Zorzoi, Sorriva e Faler.

 

 

 

La strada forestale a Furianoi

 

Il verde a maggio

 

Oltre al verde dovuto alle intense piogge di maggio, dopo un' altrettanta lunga siccità protrattasi per diversi mesi, le fioriture dei prati e delle coste rocciose danno il meglio della stagione.

 

 

Campanula dei ghiaioni (Campanula cochleariifolia)

Fiordaliso montano (Centaurea montana)

 

 

Tra le pieghe delle rocce calcaree incredibilmente curvate dall'orogenesi alpina, altre specie mostrano i loro colori a volte sgargianti a volte tenui:

 

 

Orogenesi alpina

 

Biscutella montanina (Biscutella laevigata)

 

 

 

 

 

Cicoria comune (Cichorium intybus)

 

 

 

Lupinella comune (Onobrychis viciifolia)

 

 

A metà percorso dopo circa un'ora di cammino s'intravedono le case di Pugnai che spuntano incerte tra le chiome degli alberi:

 

 

Pugnai (m.700)

 

Siamo in corrispondenza del profondo intaglio che scende ripido dalle pendici orientali del Coppolo immerso come al solito nella nebbia. Lassù 1000 metri più in alto ci rimise la pelle l'asso dell'aviazione asburgica Jozsef Kiss.

 

 

 

 

Come doveva comparire la stessa casa cinquant'anni prima? Ce lo dicono le fotografie di Adolfo Malacarne esposte in una bacheca all'ingresso del borgo:

 

 

Pugnai negli anni 70

 

Bello e allo stesso tempo doloroso il confronto con quello che non c'è più. Affascinanti anche le foto a colori per quelle cromie alterate dal tempo e dalle intemperie:

 

Pugnai e la valle dello Schener a destra

 

Contadina e vigneto di mezzo secolo fa alle pendici orientali del Coppolo innevato

 

La cappella e ancor prima la fontana accolgono il camminatore:

 

La cappella di Pugnai

 

Dove un tempo c'erano le vigne ora c'è solo un po' di prato e il bosco incombe da tutti i lati. Pare però che qualcuno, erede degli antichi guerrieri, abbia qui un piccolo temporaneo rifugio:

 

 

Ma proseguiamo lungo il ripido versante della valle fino in località Marsanghi preceduta da una vetusta fontana semidistrutta dalla vegetazione e dal tempo:

 

 

 

L'erede degli asburgo come si evince dalla cassetta delle lettere, ha una fonte tutta sua, questa volta intatta:

 

 

Poco più in là una fila di case si sviluppa lungo il lato sinistro del prato data l'eseguità dello spazio disponibile. Sullo sfondo è la valle dello Schener mentre a sinistra i ripidi versanti del Totoga indicano che stiamo risalendo la valle del Vanoi.

 

Località Marsanghi (m.600)

 

Ancora un breve tratto di sentiero e raggiungiamo I Bellotti  dove le case sono disposte sotto una balza rocciosa ora nascosta dalla vegetazione:

 

I Bellotti

 

Prima s'incontra la chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie. Inaugurata nel 1861 la statua della Madonna che precedentemente era nella chiesa di S. Daniele a Lamon, veniva invocata nelle pestilenze. Sotto l'altare c'è una incongrua trinità: San Martino, la Maddalena desnuda e un monaco benedicente e consenziente.

 

La chiesa dei Bellotti

 

Affresco

 

Questa frazione è collegata da un sentiero, alla sottostante forra del Vanoi dove gli austriaci avevano costruito una carrozzabile di collegamento con Canal San Bovo ora inutilizzabile a causa di smottamenti e frane. E' denominata strada della Cortella ancora una volta a conferma che questo è un luogo di belligeranti.

Uno dei rari abitanti dei Bellotti che ci ha gentilmente offerto il caffè e con cui abbiamo amabilmente chiaccherato; impiega circa 20 min per raggiungere la frazione risalendo il ripido crinale.

A proposito di " Cortei " è il caso di affilarli che gli amici di Zaia vorrebbero sbarrare il Vanoi con una bella diga modello Vajont. I Bellotti sorgono su un deposito morenico instabile e sollecitati dall'acqua di un eventuale invaso scenderebbero automaticamente a valle come successe nel 63 per i pendii del monte Toc. Con quali effetti forse i politicanti non se lo ricordano.

In ogni caso il Cismon è interrotto da ben tre invasi su una distanza di meno di 30 km. Non bastano? Poi vorrebbero costruire una centralina sullo Stizzon a pochi passi dall'acquedotto.

E che cazzo di sostenibilità è questa?

Fortuna vuole che qui la zona sia sul confine con il Trentino che non è d'accordo con questa idea balzana di una nuova diga e un nuovo invaso.

 

 

 

Spensieratezza manet

 

I muri sbrecciati delle case oramai crollate, ospitano delle opere d'arte pop locale e le cartine geografiche che compaiono qua è la sono diventate esse stesse delle belle opere grafiche:

 

 

 

 

I Bellotti: vecchie case ancora in piedi

 

 

 

 

I Bellotti negli anni 50

 

 

Dopo il caffè e dopo aver ammirato l'orto del nostro interlocutore ricolmo di erbe e di api, ho effettuato qualche scatto al suo rifugio dove par di capire vive permanentemente anche d'inverno.

La stufa a piano terra scalda la camera da letto del piano superiore a cui si può accedere tramite una botola interna ma anche con una scala esterna. D'inverno è ovviamente preferibile la prima via, ma visti i cambiamenti climatici e l'evolversi delle stagioni, in futuro non si prospettano grandi problemi relativamente al freddo. Forse qualche brivido nei giorni della merla....

 

 

 

 

Il pellegrino disegnato sopra la porta ci invita a riprendere il viaggio o meglio a ritornare sui nostri passi. Ci ripromettiamo però di tornare qui immersi nei colori dell'autunno.

 

 

 

Lentius - Profundius - Soavius

 

 

 

 

 

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