S I R M I O N E  D E L  G A R D A

......cieca irriverenza e stolta....

 

 

Fine febbraio è un ottimo periodo per una gita sul Lago di Garda. Cittadine famose come Malcesine, Lazise, Sirmione appaiono deserte e l'atmosfera del Benaco è allora davvero piacevole. Così siamo capitati a Sirmione che non è più quella del 1953 ma conserva ancora un  fascino discreto.

 

 

Si accede alla città vecchia attraverso il Castello Scaligero che in passato era unito alla terraferma solo da un doppio ponte levatoio uno per i carri ed uno per le persone::

 

 

Sul lato Est della città vecchia si snoda una bella passeggiata che ha termine più o meno sulla punta, dominata dai resti imponenti della Villa Romana. Il lato Ovest non è percorribile a causa delle numerose case e ville le cui proprietà giungono fino a riva.

 

 

Le banchine sono deserte, lanciate verso un punto indistinto di infinito:

 

 

 

Sulla punta Nord della penisola affiorano delle estese placche di roccia calcarea che formano piccole pozze dove cresce la canna palustre:

 

 

In alto sulla collina emergono come giganti i resti della villa romana costruita in età augustea e denominata "Grotta di Catullo", una costruzione davvero imponente.

Sullo sfondo la catena imbiancata del Baldo è un punto di riferimento sicuro anche per il viaggiatore che non frequenta abitualmente il Benaco:

 

 

A Ovest l'occhio della finestra punta alla Rocca di Manerba altro promontorio magnifico che si è salvato miracolosamente dalle colate di cemento:

 

 

I dipinti che un tempo abbellivano le pareti della villa sono stati rimossi e sistemati nell'antiquarium all'ingresso del parco archeologico; danno una vaga idea di quella che doveva essere una residenza imperiale:

 

 

 

 

 

Solitario il vento

vi mormora, e fra gli antri e ruine

l'eco risponde al suon delle procelle.

Tutto quel che di terra alto surgea,

da due mill'anni in qua ruppe e travolse

l'operoso del tempo volger lento

l'ira delle procelle, e ognor più spesso

dell'uom la cieca irriverenza e stolta---

                                                    Cesare Arici (1821)

 

 

Luigi Basiletti (1832): veduta della Villa di Catullo

 

 

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