VILLA PISANI

 

 

Villa Pisani

 

Nel Veneto devastato, esistano delle oasi di pace dove è ancora possibile rincuorare lo spirito. Allo scopo ci sono alcune ville che lambiscono il Bacchiglione il canale che unisce Padova con la laguna veneta.

La villa più grande è la Pisani monumento nazionale che al solito non è molto curata. Alcuni atri interni sono transennati in seguito ai temporali del 2019 (?), nel labirinto non ti perderai mai, il parco è chiuso per metà e il bar dove sedersi è chiuso a causa del Covid passato da un pezzo ovunque ma non qui.

Siamo alle solite....sono prioritari il ponte di Messina o le Olimpiadi del 26....ma mettiti a posto il cortile di casa con tutte le pertinenze brutto coglione di stato con la minuscola che detesto sempre più....

 

 

Ma facciamo finta di niente e godiamoci questa calda giornata estiva dei primi di ottobre stante i cambiamenti climatici e lo scioglimento dei ghiacciai.

Visitatori pochi ma il cavalletto va messo via anche se fotografi nel parco all'aperto, poi al controllo del biglietto devi mettere via anche lo zaino che non si sa mai.... e nuovo dietrofront.

Tra il personale rusticano è giusto menzionare una giovane donna che mi ha gentilmente aperto le finestre del primo piano per fotografare il parco dall'alto....evviva!

 

 

Non c'è niente da fare, quando ammiri i paesaggi romantici che in questo caso risalgono a metà del 700 rimpiangi il passato perché il confronto con il paesaggio casuale di adesso è improponibile.

Esistono come dicevo prima, piccole e sparute oasi di pace che già raggiungerle è una tribolazione. Da Bassano del Grappa a Villa Pisani tiri una sequela di bestemmie dato che attraversi un unico e ininterrotto paese dove circolano mezzi pesanti con semafori a raffica non sincronizzati. Partito da Caupo alle 8.30 sono qui pervenuto alle ore 11.00... se partivo da Bolzano mi suicidavo lungo la strada.

Scelta la via che da Bassano conduce a Cittadella ho deviato a Est prima di Padova districandomi tra paesi e periferie anonime. Al ritorno ho volute sperimentare la via di Castelfranco raggiunta con più facilità dopo una sequela di rotonde alla francese, ma mi sono perso subito dopo dopo a causa di una deviazione che non si capiva dove avrebbe avuto termine. Qui il cellulare ti salva la vita....

 

 

La villa di Stra che inizialmente era una costruzione rurale risalente al 500 venne ristrutturata a partire dal 1720 e ultimata nel 1756.

A villa Pisani ero già stato con amici più di 40 di anni fa; oggi sono da solo e ho tutto il tempo per fotografare con calma.

 

 

 

Villa Pisani: primavera 1983 da diapositiva

 

 

Per l'occasione ho sfoderato la Nikon D200, datata ma funzionante e ho scattato in RAW. Peccato come dicevo che bar e ristorante non esistano e devi arrangiarti col panino, l'acqua santa e la mela seduto su una scomoda panchina. E pensare che avrei speso il giusto per una merendina sintetica innaffiata con birra Moretti!

Riguardo all'organizzazione statal-plutocratica da terzo mondo, noto che l'ultima diapositiva è stata eseguita salendo sulla terrazza panoramica dell'esedra cosa che non è stata possibile in questa escursione del 2023.

E poi ditemi che le cose da allora sono migliorate.....sti cazzi!

 

 

 

In loco un restauratore analizzava con perizia il quadro di una infante di 300 anni fa seduta davanti ad un clavicembalo; potrebbe essere di Longhi Pietro (1701-1785) pittore veneziano che ritrasse l'aristocrazia e borghesia mercantile di quella gloriosa repubblica prossima alla fine.

Nel 1807 fu infatti incamerata nei beni della corona francese anche se prima alias nel 1797 Napoleone con il trattato di Campoformio l'aveva già promessa insieme a tutto il Veneto agli amici Austriaci. Erano di fatto amici che i morti secondo tradizione sono quelli in prima linea; i generali, colonnelli e comandanti si salvano sempre il culo.

Sta di fatto che dopo la caduta del dittatore francese, tutto il Lombardo Veneto villa compresa passò all'Austria. Siamo nel 1814 all'epoca del congresso di Vienna e della restaurazione ad esso seguita.

 

Ritratto di infante attribuito al Longhi

 

«Fortunato sarà ugualmente il nostro comune amico celebratissimo Pietro Longhi, pittore insigne, singolarissimo imitatore della natura che, ritrovata una originale maniera di esprimere in tela i caratteri e le passioni degli uomini, accresce prodigiosamente le glorie dell'arte della Pittura, che fiorì sempre nel nostro Paese.»

Carlo Goldoni

 

Ed ecco che grazie alla finestra gentilmente aperta è stato possibile eseguire questo scatto da una posizione elevata. Laggiù sul fondo ci sono le scuderie con dei locali chiusi.

Non sarebbe possibile allestire qualche mostra temporanea chiedendo un giusto compenso agli espositori? Mai e poi mai....il bene è nazionale e va inutilizzato!

Oltre la cancellata un'altra villa separata dalle scuderie da una strada asfaltata è in abbandono...

 

 

Ma rientriamo per ultimare la visita delle 168 stanze che il Pisani non fu in grado di mantenere; la mania di grandezza perseguita l'uomo dai tempi di Noè!

Così fu anche per i Savoia che cercarono di venderla ma riuscirono solo ad affittarla e contribuirono all'impoverimento della villa. Pochi sono i mobili originari, molti provengono da altri siti.

Il registro è sempre quello... ma poveracci i Savoia avevano ereditato un intero paese e non sapevano come racapezzarsi...

 

 

 

Il salone centrale è stato affrescato da Giambattista Tiepolo nel 1761.

 

 

Al centro appare la Madonna e ai suoi piedi si distingue bene la Sapienza intenta a leggere un libro. Nell'affresco è ritratta anche la famiglia Pisani mentre la parte che descrive i dolori della guerra è sul lato opposto. La consapevolezza dell'assurdità della guerra era maggiore allora rispetto ad oggi leggi il conflitto israelo-palestinese con 10.000 civili morti al seguito. Ora trattano, bombardano e festeggiano contemporaneamente.....tutte le parti in causa. Difficile reperire nei tempi moderni una si alta concentrazione di pazzi!

 

L'affresco della volta

 

Più a misura d'uomo sono al solito gli improbabili paesaggi dipinti alle pareti; è noto che lo sguardo al passato è una caratteristica di tutte le epoche. Per Venezia l'età d'oro fu sicuramente il 500.

 

 

 

 

 

 

 

La sala da pranzo

 

Pannelli in stile esotico

 

 

Camere da letto

 

Ma trasferiamoci all'esterno per dare un'occhiata al parco:

 

Il parco

 

L'esedra del 700 è sicuramente la costruzione più interessante per le sue forme inusuali; come dicevo non è possibile salire sul balcone panoramico anche se questo era lo scopo della costruzione oltre a definire degli assi prospettici privilegiati sul parco e le cancellate periferiche..

 

 

 

Altra curiosità è il labirinto dove ancora una volta è impossibile perdersi e dunque attuare i giochi erotici tra dame e cavalieri dei bei tempi antichi.

Unico godimento puramente estetico, sono i prospetti architettonici riportati nelle tabelle descrittive, dei veri capolavori di grafica.

 

Il labirinto

 

 

 

Dopo una fugace visita all'Orangerie nonchè Limonaia, mi dirigo verso le Scuderie sul limitare del parco:

 

Le scuderie

 

L'immagine successiva è simile a quella eseguita nel 1966 dal grande fotografo Paolo Monti (1908-1982) maestro indiscusso del bianco e nero. La sua foto ha maggior respiro grazie all'uso del grandangolo e del bianco e nero.

 

 

Paolo Monti: villa Pisani nel 1966

 

Giunto alle colonne d'Ercole il reportage si chiude con la veduta prospettica del retro della villa:

 

Il retro di villa Pisani dalle scuderie

 

E con la stessa ripresa del Monti; la gonna del personaggio in controluce è rivelatrice di un mondo passato di moda!

 

Paolo Monti: prospettiva del 1966

 

 

< HOME >