AL RIFUGIO BRENTARI

(GRUPPO DI CIMA D'ASTA)

 

 

Cima d'Asta: mappa con evidenziate le due forcelle

 

La via più breve per salire al Rif.Brentari(m.2476) è quella che parte da Malga Sorgazza che dista circa 9 km da Pieve Tesino. La malga si trova ad una quota di

1430 m. e ne occorrono altri mille per arrivare al rifugio. Servono dunque più di tre ore per raggiungere l'obiettivo, un'ora in più per la vetta che lasciamo ai più

" ciovani " e allenati. Mai esagerare e dare soddisfazione alla probabile vedova una volta superati i famosi 60.....an!

La parte più alta del massiccio di Cima d'Asta è isolata rispetto al gruppo del Lagorai dalla valle di Caoria a Nord e dalle due forcelle, la Regana a Est e la Magna a Ovest. La qualcosa la si può notare anche da lontano, dalle montagne di Asiago ma ovviamente anche dall'inizio della la Val Malene.

Mentre le rocce del Lagorai sono di natura effusiva e fanno parte della piattaforma porfirica altoatesina risalente al permiano, Cima d'Asta appoggia sul basamento metamorfico ma ha natura granitica; il plutone è in pratica coevo a quello del Lagorai e di età pari a 270 milioni di anni...decina più o meno che col metro nostro sono incommensurabili e hanno senso solo per i geologi.

 

 

 

 

 

Val Malene: a destra è ben visibile la Forcella Regana lungo la Val Tolva mentre a sinistra più nascosta c'è la Forcella Magna

 

 

Sono salito alla forcella Regana da Cauria un paio di annifa ma il percorso non mi ha entusiasmato, anche per la flora non particolarmente abbondante. Durante la prima Guerra le due forcelle furono presidiate dalle truppe italiane fino alla disfatta di Caporetto che comportò il ritiro delle truppe ben più a Sud.

Poco a monte del parcheggio sorge l'ex cimitero militare di Malga Sorgazza. Qui furono seppelliti una trentina di militari di cui molti caduti a causa delle valanghe.

 

 

 

Cimitero militare di Malga Sorgazza

 

 

 

 

Mi par giusto ricordare i caduti, riesumati e tumulati prima a Pieve Tesino e successivamente e Trento. Di tutti quei spostamenti non ne furono contenti che il riposo eterno tra i monti è molto meglio di quello rumoroso e inquinato nelle città. Ma come ben si sa i morti non hanno più favella e non possono decidere nulla.

Qui passarono a miglior vita con grave disapppunto veneti, toscani, lombardi, campani e abruzzesi.

Qualcuno morì per l'improvvido ordine di attaccare il nemico al Passo 5 Croci sotto il fuoco proveniente dal Monte S. Giovanni che domina tutt'ora il passo.

Come scrisse Monelli c'era da rimpinguare il cimitero di malga Sorgazza con qualche tafferuglio tra i rododendri e i baranci e per qualcuno finiva davvero male.

 

 

 

 

 

 

Il cimitero oggi

 

 

Dopo circa un' ora di cammino la forestale termina lì dove parte la teleferica del rifugio; osservando i tempi riportati in tabella si capisce che raggiungere le méte segnate costa fatica dato che solo Forcella Magna  dista meno di due ore.

 

 

 

Sentieristica al Brusà

 

 

 

Forcella Magna ben visibile sulla sinistra nella foto

 

Qualche tronco mostra i probabili segni del bostrico che non bastasse Vaia, sta facendo altri danni al patrimonio boschivo. Mi dicono poi che un fungo amico sta uccidendo pure i frassini.....questa è una sicura preoccupazione dei politici locali e non che si disputano le urne e i favori degli elettori basiti, nelle imminenti elezioni del 25 settembre 2022 al tempo della scrittura di questo reportage.

 

 

Da qui in poi, il sentiero si fa ripido e lontano si scorge la meta; il rifugio Brentari è sulla parte alta della sella visibile in fotografia. Di selle in realtà ce ne sono più di una e quelle terminali superano la parte granitica priva di vegetazione.

 

 

 

Hieracium Incognito

 

Riguardo all' Incognito nel portale della Flora Italiana sono elencati almeno un migliaio di specie col Taxon Hieracium....

La parte destra della valle per chi sale, è costellata di innumerevoli e spettacolari creste con denti aguzzi come vetri rotti di bottiglia per citare il poeta:

 

Sasso Largo e Campagnassa

 

Si raggiunge alla fine il bivio dove è possibile scegliere tra due sentieri quello dei "Asen " che gira a destra e quello " Innominato " che tira dritto.

Il secondo procede sui lastroni di granito che hanno una superfice come la carta vetrata per cui con un buon scarpone è impossibile scivolare; il secondo invece gira sulla destra e passa attraverso una valletta tra le rocce.

Ma voltiamoci indietro per un attimo constatando che siamo saliti di molto:

 

Panoramica verso valle

 

Tirato il fiato e mollato a terra lo zaino ho perlustrato gli anfratti tra le rocce per osservare la flora che qui alberga a metà luglio:

 

Saponaria nana (Saponaria pumilio)

 

Sassifraga autunnale (Saxifraga aizoides)

 

Il granito di Cima d'Asta

 

Cavolaccio verde (Adenostyiles glabra)

 

Senecio insubrico (Jacobea insubrica)

 

Raponzolo di Scheuchzer (Phyteuma scheuchzeri)

 

Dunque una bella carellata di fiori, prima di fare l'ultimo sforzo e superare i duecento metri di dislivello che mi separano dalla meta.

 

 

 

Napello (Aconitum napellus)

 

Fioritura estesa di Saponaria nana

 

Cardo capitato (cirsium spinosissimum)

 

Sassifraga stellata (Micranthes engleri)

 

Sosta d'obbligo al lago di Cima d'Asta (m.2451) un lago cosidetto di circo che occupa lo spazio dove c'era una volta il ghiacciaio. Qui è necessario effettuare una panoramica se si vuol includere la vetta che sta quattrocento metri più in alto.

 

Il lago di Cima d'Asta con la vetta omonima

 

Simmetrie imperfette

 

Su quello stesso luogo furono fatte alcune fotografie nel luglio 1916 da Paolo Monelli di cui due ritratti molto belli per l'originalità dei soggetti:

 

 

A sinistra il Caporalmaggiore Vincenzo Colognese da Montebelluna classe 1894, morto sui Solaroli nel dicembre del 17. Portava due penne sul cappello e spesso un mazzolin di fiori all'orecchio. In centro una foto di gruppo e a destra l'alpino Giovanni Durigan da Volpago del Montello...gran cantore di canzoni a nuvolo e sereno.

 

Il Rif.Ottone Brentari (m.2476)

 

Arrampico dunque sono!

 

Al Rif. Brentari salii più di venti anni orsono ovviamente con passo spedito e senza il fiatone....

 

Cima d'Asta 24/10/2001: da diapositiva

 

 

Cima d'Asta 24/10/2001: da diapositiva

 

Un cielo bellissimo quello dell'ottobre 2001; la reflex montava il supergrandangolo 20 mm originale Nikon e il polarizzatore circolare che costava anch'esso un capitale a causa del diametro. La neve ad ottobre aveva imbiancato le cime e il granito brillava di luce non vera....

 

 

Mumble, mumble...e rimumble..

 

Pensieri che vanno e che vengono difronte alle cime delle Buse Todesche. Dopo un pasto che non fu di mio gusto ma neanche dello chef che si scusò azzerando il conto e offrendomi pure il caffè,  scesi a valle seguendo l'altro sentiero quello dei Asen.

E' certo che in salita la fatica s'è fatta sentire e fra ventanni sarà dura ripeter l'impresa.

Ma viviamo il giorno, illuminandoci d'immenso anche se il cielo non era quello di vent'anni addietro.

Luglio 2022

 

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