IN ALPAGO

 

Le immagini scattate dal terrazzo di casa sono molte e realizzate in anni e momenti diversi: all'alba, con la neve, a primavera come in estate, con la luna piena o senza.

Questa che segue è stata scattata puntando la macchina verso Nord-Est e comprende la Val Belluna e sullo sfondo l'Alpago, quella porzione geografica che sta sul confine tra la provincia di Belluno e  quella di Pordenone oltre il lago di Santa Croce per intedersi.

 

La Val Belluna da Caupo

 

Le principali vette d'Alpago viste da Caupo

 

La curiosità di vedere quei luoghi da vicino è andata crescendo ma quando c'era la possibilità di farlo, le condizioni meteo erano puntualmente sfavorevoli. E lo sono state anche quelle del 2023 a partire da maggio fino ad agosto con qualche sprazzo di sereno distribuito casualmente durante quei mesi

Alla fine siamo partiti lo stesso, mettendo da parte il meteo e prenotando l'unico e caro B$B disponibile a metà luglio in località San Martino, sotto le pendici del Monte Teverone. A quanto pare la zona è molto frequentata dai montanari ed è stato difficile trovare una stanza.

Forse era già un po' tardi per vedere la fioritura nel momento migliore ma a maggio e giugno la pioggia era battente....e se non era pioggia era grandine!

 

 

 

San Martino d'Alpago (m.865)

 

 

 

Dietro la chiesa si vede il Nevegal la montagna di Belluno, mentre la valle in basso è quella del lago di Santa Croce che conduce poi a Vittorio Veneto. Alle spalle del fotografo ci sono invece il Col Nudo e il Teverone le cime più alte della catena che fa da confine tra Veneto e Friuli.

 

 

 

 

Monte Teverone (m.2345)

 

 

Nell'escursione del primo giorno ci siamo limitati a percorrere qualche sentiero a bassa quota, visitare qualche borgo ed infine cenare in malga dove è stato possibile gustare i prodotti locali in primis i formaggi di capra e non.

Le case più antiche di San Martino sono in sasso ma ne sono rimaste ben poche.

 

 

 

Al mattino ci siamo diretti verso il Col Nudo che ritengo sia il posto più selvaggio della zona anche perché il sentiero che sale verso la forcella è impervio e faticoso:

 

 

 

Verso il Col Nudo

 

 

Numerose le fioriture anche a basse quote tra cui le più belle quelle del garofano e del lino:

 

Dianthus hyssopifolius

 

Linum viscosum

 

 

 

Campanula trachelium 

 

Aconitum lycoctonum

 

 

 

Molte delle malghe di montagna sono in abbandono e lo stesso accade per i pascoli invasi dall'ortica e dagli arbusti:

 

 

Malga Scalet Bassa (m.1169)

 

 

 

Tylopilus felleus

Epipactis atrorubens

 

 

Il boleto del fiele non è commestibile perché come suggerisce l'appellativo è amarissimo e se aggiunto inavvertitamente ad un buon misto di funghi mangerecci rovina il tutto. Cresce nei boschi misti di conifere e latifoglie. Lo stesso dicasi dell'elleborina violacea che preferisce i terreni calcarei e poveri come i macereti e i prati magri.

Nel pomeriggio il tempo è decisamente peggiorato e la nebbia nascondeva le cime. Ci siamo incamminati lungo il Sentiero della Sensibilità che lungo ben 24km si snoda alla base dei gruppi montuosi della conca di Alpago. Non è ovviamente percorribile in una giornata anche perché una volta giunti a Tambre o giù di lì bisogna tornare indietro.

In località Roncadin appena oltre la Frana del Tessina siamo tornati indietro.

 

 

 

Località Roncadin (m.1152)

 

Aquilegia einseleana

 

L'aquilegia di Einsele della famiglia delle ranuncolacee è da considerarsi rara ed è una specie protetta. La sua distribuzione è limitata all'arco alpino e nel solo tratto tra Lombardia e Friuli.

 

 

Sedum sexangulare

 

Sedum album

 

 

La frana del Tessina interessa il corso del torrente omonimo che scende dal lato orientale del Teverone; essa si spinge fino a Lamosano. Lungo il sentiero abbiamo osservato la presenza di numerosi sensori che tengono d'occhio il fenomeno anche dallo spazio. Si manifestò inizialmente negli anni 60 riattivandosi nel 1992. Come si vede da questa immagine la vegetazione, probabilmente un ontaneto ha colonizzato in parte la scarpata.

 

 

 

La frana del Tessina

 

 

Nella parte bassa la frana interessa la strada che unisce San Martino ad Irrighe visibile nella foto seguente:

 

 

 

Irrighe da San Martino

 

 

Ripresa la macchina ci siamo recati a Chies d'Alpago per dare un'occhiata al locale Museo di Scienze o forse sarebbe meglio dire Storia Naturale. Numerosi gli animali impagliati di cui alcuni sarà impossibile vederli dal vivo anche perché sull'orlo dell'estinzione visto l'andazzo globale.

In alto sopra il paese c'è il vecchio cimitero e ci siamo stupiti ma anche scandalizzati dello stato di abbandono dello stesso. Era teoricamente vietato l'accesso.

A quanto pare nella società  dei sempre " Ciovani anche a 60 an " i morti non interessano affatto, sono stecchiti e della loro memoria non sappiamo cosa farcene. Come dice il proverbio << il morto giace e il vivo si da pace >>.

La stessa società realizza però contemporaneamente il Sentiero della Sensibiltà con musichetta al seguito!

Con il PNNR forse finanziano un nuovo cimitero a Chies ? Mo giro la domanda e la foto al sindaco:

 

 

Cimitero di Chies

 

 

 

 

Cimitero di Chies

 

E' cessato il canto giocoso

 

Li mortacci tuoi.....non specificato a chi!

 

Vista la mia passione per i cimiteri specie quelli ebraici, suggerirei al sindaco di sistemare solo i muri esterni in modo che non cadano sui frequentatori del luogo e lasciare le tombe così come sono. Suvvia amministratori...metteteci un po' di fantasia che magari il turista che passa di là potrebbe trovare la cosa romantica e gradevole. Qualche siepe in mezzo alle tombe poi non stonerebbe.

Messa da parte la perplessità, consci che a San Martino nella locanda - albergo ci sarebbe stata una baraonda che si sarebbe protratta fino a notte inoltrata per la locale festa del patrono del calcio al sapone, ci siamo ri-imboscati in alto, a Casera Pian Formosa dove alle ore 19.00 è stato possibile cenare in perfetta tranquillità.

 

 

 

 Pian Formosa (m.1200)

 

Nella foto di destra s'intravede il Guslon ai cui piedi si sviluppa la lunga Val Salatis che conduce al Rif.Semenza che raggiungerò il giorno dopo.

 

Il lago di Santa Croce

 

Ma giriamo la macchina fotografica verso casa; a sinistra si nota la dorsale Solaroli- Fontanasecca che poi prosegue fino al Tomatico ossia la montagna che domina Seren del Grappa.

Dunque è vero che se guardo lontano mi vedo riflesso anche se i dettagli scompaiono nell'atmosfera vaporosa dell'estate.

 

Verso Sud-Ovest

 

I paesi sulla destra sono Curago e Pieve d'Alpago che si distendono sulle pendici del Dolada. Mi par giusto per completezza allegare un panorama d'intelligenza quasi artificiale come fatto all'inizio per confermare che la realtà non è virtuale:

 

Verso Sud-Ovest

 

 

Alba sulle montagne d'Alpago dalla Guizza - Caupo

 

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