LA STORIA SIAMO NOI

(tra virtute e canoscenza)

 

 

Una breve gita nella valle del Vanoi, unitamente alla visita della mostra dedicata al fenomeno migratorio dalle valli ladine allestita presso il Centro Trevi di Bolzano, sono state lo spunto di questa pubblicazione. (Riguardo al tema dell'emigrazione invito il lettore a dare un'occhiata alla pubblicazione: Galata: Museo del Mare di Genova)

 

 

 

Esistono diversi itinerari che si possono percorrere per capire come vivevano i montanari di Caoria: quello detto della Val  nella frazione principale per osservare l'architettura delle abitazioni e degli edifici religiosi, quello dei Pradi  con i tabiadi in parte fienili e in parte abitazioni, edifici straordinari a volte uniti a formare un agglomerato e che in passato erano abitati da aprile a ottobre, quello del Bosc che con la segheria di Ponte di Stel  illustra l'utilizzo di questa risorsa ed infine quello della Montagna con i pascoli e le malghe di alta quota.

 

 

 

Baita in legno e muratura del paesaggio culturale dei Pradi di Caoria

 

 

L'abitato di Caoria si trova a circa 850m. di quota mentre la malga come la Vesnota de sora  è ubicata sopra i 1800m. Volendo si può salire ancora più in sù fino alla forcella di Cece che collega il Vanoi con la Val di Fiemme. Grazie a questo dislivello che considerando la Cima di Cece (m.2749) la più alta del Lagorai, supera i 1500m. il paesaggio risulta molto vario e con diverse nicchie ecologiche; aprile però non è il mese più indicato per goderne appieno che la fioritura inizia normalmente a giugno.

 

 

 

Caoria con il Cauriol(m.2494) sullo sfondo

 

La valle non ha sbocchi perchè chiusa dal Passo 5 Croci solo pedonabile che porta in Val Campelle; il collegamento principale è con Imer e dunque il Primiero attraverso il Passo Gobbera e attualmente con il tunnel di 3km che passa sotto il M.te Totoga. E' possibile raggiungere il Tesino attraverso il P.so del Brocon mentre la Val Cortela che affianca il torrente Vanoi non è chiaro se sia percorribile, specie dopo gli schianti prodotti da Vaia. Salendo da Fonzaso lungo la Valle dello Schener (Cismon) non si vedono indicazioni a riguardo.

Durante la Prima Guerra mondiale il fronte passava di qui più o meno a ridosso della catena del Lagorai; celebri le gesta per la conquista del Cauriol (10 settembre 1916) che permise agli italiani di controllare le truppe austriache ubicate in Val di Fiemme. Impresa inutile visto che con la disfatta di Caporetto il fronte arretrò fino al Grappa.

Le truppe del Cadore tagliate fuori dagli avamposti di Rommel finirono la loro guerra in prigionia dove la fame e la malattia fecero strage specie tra in non graduati perchè impiegati nella manodopera militare, a prescindere dagli accordi firmati a destra e manca con la supervisione della Croce Rossa che non prevedevano un tale utilizzo dei prigionieri.

 

 

 

 

 

Come dicevo innanzi grazie al lavoro di Luciana Palla dell'Istituto Culturale Ladino, c'è una interessante mostra allestita al Centro Trevi. La montagna come riporta l'introduzione del libro è stata un luogo che ha subito uno spopolamento costante come dimostrano le statistiche. Questo è successo per tutta la catena alpina ad eccezione forse dell'Alto Adige perchè la politica gestita dalla minoranza di lingua tedesca, ha saputo mantenere i contadini-montanari nei luoghi di origine promuovendo scelte che hanno sviluppato una economia complementare a quella tradizionale dell'allevamento di bestiame e della gestione delle risorse boschive.

Senza dubbio la tenacia dei coloni tedeschi è proverbiale o forse lo è stata in poassato perchè i tempi degli " Eredi della Solitudine " leggi Aldo Gorfer, sono passati da un pezzo.

Oggi il rischio è quello di trasformare la montagna in un parco divertimenti frequentato da persone che della montagna e del rispetto dell'ambiente non sanno nulla.

tutti a Braies per un selfie da postare mentre affondo nell'acqua perchè intelligentemente mi avventuro sul ghiaccio che si sta sciogliendo!

La monografia dell'autrice fa riferimento alla zona tra Alleghe e Livinallongo circondata da ogni lato da gruppi montuosi celebri: la Marmolada a Ovest, il Col di Lana a Nord, il Pelmo e il Civetta a Sud.

Laste, una piccola frazione in 100 anni ha visto ridursi la sua popolazione ad un decimo pur con tutti gli impianti di risalita e gli incentivi della promozione turistica.

 

 

 

 

Il fenomeno migratorio è nato ben prima del 1900 e coinvolge non solo la comunità ladina della zona considerata ma come dicevo Alpi e Prealpi tutte e ricordiamocelo tutto il Sud Italia discorso che qui non è opportuno approfondire.

Le cause dell'abbandono e spopolamento della montagna sono molteplici, prima di tutto le poche risorse reperibili in loco: l'economia di montagna è un'economia di sussistenza dove bisogna lavorare da mattina a sera, spaccarsi la schiena portando carichi gravosi in alto e basso invecchiando anzitempo.

La tradizione religiosa ha la sua responsabilità che i figli sono sempre benedetti ma tante bocche sono difficili da sfamare. Chi sopravviveva alla malattia e denutrizione che falcidiava molti, chiedeva la sua parte di eredità e la proprietà spezzandosi, diventava sempre più piccola e meno redditizia.

Ancora l'Alto Adige fa lezione con l'istituzione del Maso Chiuso che evitava il frazionamento della proprietà.

In montagna poi, ci sono da sempre catastrofi e ricorrenti alluvioni che hanno distrutto strade, case, fienili, segherie e pure cimiteri come si legge percorrendo il sentiero etnografico di Caoria.

 

Emigranti in Australia degli inizi del 900 fotografati nei luoghi di origine

 

Come se non bastasse ha pensato la guerra a dare una ulteriore batosta:

 

 

 

Profughe fodome transitano per Corvara nel maggio 1915

 

 

Quando il profugo ritornava nelle proprie terre non trovava nulla, solo distruzione.

Il colmo è che le genti appartenenti all'impero Austroungarico emigrate all'estero, sono state messe in campo di concentramento perchè nemici dell'Inghilterra e dei suoi alleati:

 

 

Benedetto Pezzei minatore internato nel 1918

 

La sorte di questi migranti che si spaccava la schiena per costruire la ferrovia australiana, produce il voltastomaco anche pensando ai leader attuali che si armano per produrre ancora morte e distruzione. Passati 100 anni siamo al punto di partenza. La geopolitica ci racconta però che gli stati e le nazioni sono fatte da uomini con tutti i pregi ma sopratutto i difetti al seguito. Il racconto che della guerra in generale sia responsabile un sol uomo è riduttivo. Nella cronaca di questi giorni sappiamo che il popolo russo è guidato da un dittatore che esprime però le aspirazioni di una parte dei suoi sudditi. Solo quando questa visione non sarà più condivisa, sarà spazzato via come è sempre accaduto nella storia e sostituito da un altro ma quel tempo, non è ancora arrivato.

Ma se le nazioni sono fatte di uomini che lottano tra loro fin dalla più tenera età, sorge automaticamente la domanda che Vito Mancuso ha fatto alla platea del Festival di Scienza e Filosofia di Foligno:

Preferite la Conoscenza o la Virtù? La prima ha visto un accrescimento costante specie negli ultimi secoli ma a quanto pare è usata spesso a sproposito e la Virtù è al ribasso.La constatazione è che il progresso scientifico non è controbilanciato da quello etico-morale....il cervello è rimasto quello di 100.000 anni fa quello in cui l' IO dettava legge per garantire la sopravvivenza.

 

 

 

 

Gli emigranti per necessità, andavano all'estero per divertirsi? O perchè lo stato con la s miniuscola non era in grado di gestire questa massa di persone diseredate e voleva disfarsene come ancor si usa oggi in altri luoghi del pianeta sovrappopolato e malmesso?

E ricordo che qualcuno lucrava sull'emigrazione tra cui gli stessi armatori.....dunque il commercio di carna umana è stato con quello delle armi da sempre redditizio.....ecco la Virtù!

 

 

 

L'imbarco del 1923

 

 

Ma torniamo sul cammino della civiltà contadina e montanara che lungi da essere un nostalgico, ha da insegnare cosa è l'ecologia e come si può vivere in un luogo difficile.

 

 

Caoria: particolari

 

Cosa si trova in loco? Il legno e la pietra e le case di Caoria specie le più antiche sono lì a denotarlo. Tetti in scandole e fienili con tronchi ad incastro. Le intercapedini erano imbottite di muschio per evitare gli spifferi. La base dell'edificio rurale è in pietra metamorfica e in porfido che affiorano nei depositi alluvionali del Vanoi.

 

 

Negli anni 70 qualcuno smontava e trasferiva i tabiadi in altro loco e fu emanata una legge per vietare tutto questo e finanziare il restauro e la conservazione degli edifici tipici della montagna, utilizzando le antiche tecniche. Il bosco di Valsorda era a disposizione gratuita per chi ricostruiva il tetto in scandole.

 

 

 

Vetusto tetto in scandole con abete improprio

 

Da parte sua il Parco di Paneveggio cerca di conservare i fienili disseminati nei ripidi prati a Nord di Caoria:

 

Comedon de Sot

 

Slitte all'ultimo stadio in un fienile privato

 

Le foto sull'emigrazione mostrano persone dignitose che allora, quando la fotografia aveva un valore sociale e non era inflazionata, si mettevano giustamente il vestito della festa e chi li ritraeva era del mestiere e non usava il cellulare a sproposito.

 

Anno 1912: emigranti in Germania

 

L'emigrazione non era solo quella all'estero, comunque preponderante e definitiva ma anche quella stagionale. Si partiva in aprile e si tornava ad ottobre. Sulle donne gravava la gestione del campo, delle bestie, dei bambini e dei vecchi e non era poco, tutt'altro.

Con i soldi guadagnati il migrante si comprava un altro pezzo di terreno o la vacca ed il maiale per sopravvivere durante l'inverno.

E i bambini? Molti partivano per l'estero per lavorare duramente al servizio delle famiglie più o meno benestanti dell'Alto Adige, della Svizzera e della Germania.

Se la famiglia era balorda facevano la fame come scrive Nuto Revelli nel suo libro testimonianza sulla vita contadina nella provincia di Cuneo.

 

 

 

 

 

Tra i tabiadi più interessanti che abbiamo potuto vedere ci sono quelli dei Pradi di Tognola a circa 1200m di quota.

 

 

Costituiscono un agglomerato di una decina di edifici quasi tutti con tetto in scandole; durante la stagione estiva da luglio a settembre sono visitabili e ospitano fotografie, video e testimonianze della vita contadina.

Qui durante la bella stagione i contadini-allevatori si trasferivano dal fondovalle per lo stoccaggio del fieno e la cura dei campi, magari con qualche capra e maiale al seguito. Non mancavano infatti le casere per la produzione di burro e formaggio, un prodotto che veniva commerciato col ricco Veneto.

Si scopre leggendo che proprio questo insediamento apparteneva in passato all'Ospedale di Feltre; una volta l'allevamento era sopratutto ovino meno esigente per quanto riguarda il foraggio e qui si trasferivano le greggi della Val Belluna durante l'estate.

 

 

L'ambiente montano è spettacolare; a destra appare il massiccio granitico di Cima d'Asta (m.2847). Quella parte della montagna era considerata improduttiva e veniva denominata i gròti; in effetti percorrendo la Val Regana non ho visto la ricchezza di fiori e prati che caratterizza le pendici del Lagorai.

Un'occhiata alla cartina Tabacco mostra che in passato lì a sinistra nella foto i Casoi della Fiamena erano assai più numerosi ma ora il bosco s'è ripreso il prato.

 

 

Pradi di Tognola con l'alta Valsorda

 

Qui il turista gode di questi spazi belli e silenziosi, ricchi di un passato che è testimonianza della vita di un tempo. Che dire però guardando la pendenza dei prati che venivano concimati a mano con la zésta della grassa?

Era giusto emigrare! Perchè spaccarsi la schiena da mane a sera? Tornando all'inchiesta di Revelli quando è cominciata la rivoluzione industriale italiana ossia negli anni 50-60 le donne non volevano sposare un contadino, volevano un operaio con uno stipendio sicuro, forse basso ma fisso come l'orario di lavoro.

Io sono figlio di quella rivoluzione e mio padre è fuggito dai Monti Marsicani perchè non c'era futuro.

Ora i tempi sono cambiati, le macchine danno una mano e semplificano la vita del contadino e allevatore ma non basta. Vivere la montagna è ancora difficile.

La politica deve aprire gli occhi non con progetti PNRR tanto di moda oggi ma con scelte di lungo respiro.

Allargando lo sguardo qui, ma sull'Appenino ancora di più, interi paesi stanno scomparendo; buttiamo via tutto quello che intere generazioni hanno realizzato?

Per cosa? Per costruire megalopoli insulse per disadattati che si ritrovano per incontri di pugiliato? Per devastare ulteriormente una pianura avvelenata e cementificata con strade inutili e capannoni vuoti a causa dell'economia della globalizzazione?

Con ipermercati dove le famiglie trascorrono felicemente la domenica e quando fanno la gita fuori porta vanno a Braies per provare la tenuta del ghiaccio?

Bella questa società consumista dove la televisione spesso inguardabile ha prodotto un lavaggio del cervello totale.

Il TG3 (25 aprile!!!! ) propone il servizio sui  << contractors >>, i volontari pagati del mitra...italiani che vanno in Ucraina alcuni e in Russia altri per spararsi addosso. Sono i figli dementi cresciuti in quelle città, si fanno i selfie, dichiarano che la loro è una missione suicida e si sentono realizzati.....la fogna della Tv di stato oltretutto a pagamento, li pubblica nel giorno della liberazione.

Intanto Profumo (quale?) presidente di Leonardo azienda a partecipazione statale fa il pranzo a Roma a nostre spese con i venditori di armi globali che plaudono all'incremento delle spese militari votata dall'intero parlamento non rappresentativo di nulla.

E' lo stesso parlamento, in cui qualche altro demente propone di costruire una base militare nel Parco di San Rossore per i carabinieri che non sanno dove trascorrere le ferie. Cos'è? La nuova politica al bazooka green necessario per mimetizzarsi?

Il mio reportage si ferma qui che vengono le vertigini ad ascoltare le cazzate italiche che provengono da tutti i punti cardinali.

 

 

 

Colle di Santa Lucia con la chiesa e il Pelmo in una stampa d'epoca

 

 

 

 << Nati non fummo a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza >>

 

 

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