LA MACUGNAGA DEI WALSER

 

 

 

Siamo ancora in Piemonte, regione talmente vasta che per visitarla tutta e male ci vogliono una decina di estati. La provincia è quella un po' articolata del Verbano-Cusio-Ossola.

La nomenclatura < Verbano > risale probabilmente ai romani che attribuirono al lago Maggiore il nome di " Verbanus Lacus " ; storia analoga è quella del

" Cusio " utilizzata per indicare il < lago d'Orta > e infine < Ossola > da " Oscella dei Leponzi ", fa riferimento alle popolazioni dei Leponzi che abitavano l'alta valle del Toce. Da < Leponzi > a Lepontine il passo è breve; il Monte Rosa appartiene alle Pennine e dal Passo del Sempione dipartono le Alpi Lepontine che terminano al Passo dello Spluga a Nord del lago di Como.

 

 

 MA - CON - GRAN - PENA - LE - RETI - CALANO - GIU'

 

 

 

La Valle Anzasca lunga una trentina di chilometri è una laterale dalla Val d'Ossola e termina davanti alla parete Est del Monte Rosa.

Vispertal oAnzascatal in tedesco, Vischpertal in walser, come la Valsesia di Alagna e quella di Gressoney in Val d'Aosta è nota per i Walser popolazioni di lingua tedesca che migrarono a Sud delle Alpi e s'insediarono ai piedi dei massicci alpini tribolando non poco data l'elevata altitudine degli insediamenti e dunque le scarse possibilità di coltivare prodotti agricoli limitati questi, alle patate e alla segale.

 

 

 

 

I Walser ottimi boscaioli bonificarono la piana tagliando il bosco e eliminando i sassi che a tutt'oggi delimitano le proprietà. La risorsa di queste popolazioni fu l'allevamento bovino e il legno con cui costruirono arnesi di uso quotidiano e le case compresi i tetti in scandole.

Fu probabilmente grazie ai contatti con le popolazioni latine e in particolare con i minatori richiamati dalla corso all'oro del Monte Rosa che la tipologia costruttiva  subì un cambiamento. Quasi tutti gli edifici rimasti hanno il tetto costruito con piode in pietra ovviamente più resistenti delle scandole in larice.

 

 

Manufatti in granito

 

 

Fienili in pietra e legno

 

 

 

 

Notare come si risolveva in passato il problema dei topi: la grande pietra circolare impediva l'accesso dei roditori al fienile che custodiva probabilmente anche le derrate alimentari.

La parte alta della valle è suddivisa in frazioni: Pecetto più in alto, poi Chiesa Vecchia vestita elegantemente in pietra, Staffa il nucleo principale infine Isella e Borca.

 

 

 

 

Da notare che ogni piccola frazione aveva un forno per il pane che la minuscola comunità produceva una volta all'anno per tutto l'anno!!!!!

 

Il forno del pane

 

 

La rastrelliera fa ora bella mostra di sé nel museo dei Walser a Borca dove sono state scattate anche le fotografie storiche.

 

 

 

 

Chiesa Vecchia

 

 

 

 

Croci e lapidi riempiono il cimitero attiguo all'antica chiesa dove riposano anche le salme dei numerosi scalatori che si cimentarono sul Rosa perdendoci la vita.

 

 

Come dicevo a Borca c'è il museo dei Walser e poco distante quello della miniera di Prestarena dove si estraeva l'oro delle Alpi. Secondo alcuni il metallo prezioso era più abbondante di quello reperibile nelle miniere del Sud-Africa.

 

 

 

 

Bimbi Walser

 

A quanto pare il problema della natalità allora non esisteva; la vita media però era molto bassa e chissà quanti bambini di quelli della fotografia poterono raggiungere la maggiore età. Ospedali in valle?? Nessuno neanche oggi presumo, escluso un piccolo centro medico con eliporto nelle vicinanze.

Dobbiamo pensare alle strade di allora in altri termini a sentieri scoscesi e pericolosi non percorribili d'inverno; sopravvivevano i più forti e fortunati.

I costumi con quelle bande a croce indossate dalle bambine, ricordano l'impronta della cultura tedesca.

E a fianco della comunità walser ecco quella latina dei minatori che operavano in un settore parimenti pericoloso.

 

 

Minatori

 

Qualcosa cambiò a fine 800' quando qualcuno scoprì il fascino della Montagna. Era l'aristocrazia e la ricca borghesia d'Europa che corse al seguito degli esploratori e alpinisti ante litteram, gli stessi che tornati a casa scrivevano e pubblicavano libri e saggi sugli angoli più remoti e selvaggi delle Alpi.

Ed ebbe inizio il turismo...una nuova risorsa per la popolazione locale, oggi unica fonte di reddito per gli abitanti di Macugnaga.

 

 

Il primo albergo a Staffa

 

 

Casa Museo Walser

 

 

La Stube

 

 

Lavandino a caduta con tagliere e scolapiatti in legno

 

Un tempo l'intera comunità si riuniva sotto il vecchio Tiglio piantato vicino alla chiesa e qui venivano prese le decisioni importanti che riguardavano l'intera comunità.

Dio conservi il Tiglio e quel che resta dello spirito di quella comunità.

 

 

 

 

 

 

 

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