LAIVES 1819 - 2019

 

 

200 anni di storia meritano una mostra e speriamo....anche un libro visto lo sforzo profuso per raccogliere tutto il materiale d'archivio.

Qui sul web mi limito alla pubblicazione alcune immagini riprodotte da quelle in mostra, unitamente a quelle fatte dall'autore durante lo stesso periodo.

 

 

Bella iniziativa quella del comune di Laives che ha organizzato anche alcune conferenze con eminenti storici; fotografie ed eventi culturali hanno richiamato l'attenzione dei cittadini spesso distratti e inconsapevoli del passato della città più popolosa della bassa atesina.

A questo scopo è stato ideato anche un percorso storico-didattico che fa riferimento ai luoghi simbolo della storia di Laives: edifici, crocevia, osterie, magazzini e altro ancora, architetture a volte trasformate, a volte restaurate ma più spesso purtroppo abbattute.

 

 

Seguiamo allora la numerazione indicata, cominciando dal Maso alle Caneve nella parte Nord del paese:

 

Maso alle Caneve (2019)

 

 

 

I segni del tempo si notano eccome, giacchè è difficile notare le similitudini tra la foto storica e l'edificio attuale dato che la facciata è stata totalmente modificata.

A sinistra del maso c'è un'antica cappella con piccoli rilievi barocchi ma di cui non si conserva null'altro.

Edificio ben più importante dall'aspetto sobrio e severo è il Casagrande da sempre locanda e albergo:

 

Albergo Casagrande (2019)

 

Momento conviviale all'Albergo Casagrande (1931)

 

 

Vicino all'albergo c'era il capolinea del tram che arrivava da Bolzano e che purtroppo venne soppresso già nel 1948. A quanto pare la viabilità nella nostra provincia è stato un problema rimosso fino agli albori della rivoluzione dei trasporti a motore e ne abbiamo pagato le conseguenze per anni!

 

Il tram al capolinea di Laives in una foto dipinta (1935)

 

Proseguendo in direzione Sud si arriva alla Crosara l'incrocio principale di Laives dove sorgeva l'albergo Pietralba:

 

Gasthof Weissenstein (1910)

 

Le fotografie in Bianco e Nero specie quelle dipinte sono sicuramente le più belle di quelle esposte. La Crosara era fino a poco tempo fa un crocevia anonimo e squallido che ospitava nell'angolo opposto all'albergo un decadente magazzino chiuso per decenni:

 

 

La Crosara verso Ovest (1930)

 

 

La Crosara verso Est (2019)

 

Il percorso ci porta verso Sud, fuori dalla città fino all'albergo al Moro costruito nei primi anni del 900:

 

 

Poco distante sorgevano dei vecchi magazzini ora abbattuti per far spazio a nuovi edifici:

 

Il consorzio agrario (1950)

 

Architettura moderna (2019)

 

Nel paese ci sono molti riferimento alla Madonna di Pietralba la cui statua fu traslata dal convento dei Serviti nel 1787 in seguito alle soppressioni degli ordini religiosi voluta da Giuseppe II.

L'immagine che si vede sull'opuscolo della manifestazione fa riferimento al 26 giugno del 1791 quando la statua fu traslata da una cappella laterale all'altar maggiore della chiesa di Laives con una solenne processione che vide la presenza di migliaia di fedeli provenienti anche da luoghi lontani tanto era importante la sacra effige ed il santuario che la ospitava.

 

 

  Raffigurazioni della Madonna di Pietralba

 

La chiesa parrocchiale e un ex -voto

 

Risalendo la via Pietralba s'incontrano vecchi edifici come l'ex comune, la scuola e la filanda demolita alcuni anni orsono:

 

Scolari (1963)

 

Murales vicino alle attuali scuole elementari e medie (2019)

 

La filanda (1930)

 

Si arriva infine al Pfleg antica residenza nobiliare ed ora albergo:

 

La zona nota come " Reif " ospitava un grande deposito di legname che proveniva da Nova Ponente lungo la Vallarsa; da qui con i carri, i grossi tronchi venivano portati fino al porto fluviale di Vadena, spesso trasformati in zattere e condotti fino a Verona e oltre.

Si passava allora vicino ad un edificio imponente, la Ca' Rossa - Gutleben che oggi ha perso completamente il suo fascino anche perchè il bel ippocastano che faceva ombra ai tavoli del giardino è stato probabilmente avvelenato e abbattuto. ( L'amore per il bello non è per tutti )

 

 

La stazione 13 del percorso storico - didattico ci porta con un salto a San Giacomo dove l'edificio più importante è ovviamente la chiesa romanico-gotica qui colta nelle nebbie del mattino. La chiesa che ha subito diversi rimaneggiamenti conserva nascosti alla vista dalle crocere gotiche dei pregevoli dipinti del 1400.

Speriamo che venga restaurato anche il trittico gotico del 1500 anch'esso non visibile.

 

San Giacomo

 

Ai piedi della chiesa sorge l'antico maso Lewald recentemente restaurato:

 

Lewald Hof (1930)

 

 

Lewald Hof e chiesetta di S.Giacomo (2019)

 

A Pineta di Laives l'edificio più caratteristico abbattuto non troppo tempo fa era quello della Schulze-Polmann la fabbrica di pianoforti:

 

 

Fu per un breve periodo un oleificio e solo successivamente divenne la sede della fabbrica di pianoforti di cui oggi rimane solo la torre in mattoni rossi.

Laives a differenza di Bronzolo, Egna e Salorno per citare alcune cittadine del Bassa Atesina è stato un luogo di transito abitato per lo più da commercianti dove  poche famiglie hanno messo radici durevoli. Questo ha avuto ricadute sull'architettura del paese che è privo di un centro ( vedi la piazza che non c'è ) cosa che caratterizza invece i paesi sopramenzionati. Questo fatto e la caratteristica di essere un paese possiamo dire " a maso sparso " non ha permesso di conservare alcuni pregevoli edifici storici data la mancanza di unità e omogeneità.

Qualche angolo si è salvato ma le immagini del passato che con la patina del tempo ci rammentano un paesaggio agricolo ben conservato appartengono oramai ....al passato.

 

Keiserjager (1914)

 

Cerimonia per i 200 anni della città (2019)

 

Il Peterkofele (2019)

 

Ricordo qui di seguito alcune pubblicazioni su laives ed il suo territorio:

 

San Giacomo Ieri  a cura del Centro Culturale S.Giacomo A.82  Anno 1985

 

 

 

Laives dal paese alla città: inizi sviluppo prospettive Editore Cassa Rurale di Laives Anno 1998

 

 

 

Laives: il volto di un territorio in 100 fotografie a cura del Centro Culturale S.Giacomo A.82 e  Fotoclub BZ Anno 2000

 

 

 

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