LE STAGIONI DELLA VAL MARTINA

 

 

San Siro: ottobre 2014

 

Dopo dieci anni di permanenza più o meno frammentaria a Caupo, alcuni luoghi della Valle di Seren del Grappa sono diventati abbastanza familiari.

L'abbastanza è d'obbligo perchè si sa che ogni escursione porta con sé delle novità. Qui parliamo della Val Martina e di quello che c'è più in sù, oltre Pian de Jaccon.

La lettera J in Veneto almeno da queste parti, si usa spesso come si racconta e si legge nel testo: << LA NOTTE DELLA VALLE >> di Daniele Gazzi e Dante Rech.

 

Meda in Val Martina: ottobre 2014

 

E' proprio in seguito alla lettura parziale di quel tomo da 600 pagine che mi è venuta l'ispirazione di sistemare le << diapositive >> scattate in quella zona in anni e stagioni differenti. Le ultime sono del gennaio 2023 in una bella giornata di sole terso. Peccato non ci fosse la neve che avrebbe permesso di chiudere il cerchio delle tradizionali quattro stagioni. Ma sappiamo che in tutto l'arco alpino le nevicate sono sempre più rade e qui non fa eccezzione.

 

 

 

La Val Martina s'imbocca dopo Stalle che ospitava in passato la scuola elementare per tutti i numerosi bambini delle case rurali distribuite a destra e manca della riva dello Stizzon. Subito dopo s'incontra un doppio bivio che permette di salire a San Siro, imboccare la nostra valle oppure proseguire per Chiesa Nuova.

In una delle prime escursioni, fui attratto dalla bellezza dei covoni di fieno sistemati a formare una meda.

A chi non conosce nulla della fienagione parrà strano che un tale manufatto permetta di conservare il fieno ma si sbaglia. Intanto servono più uomini per farlo e poi bisogna saperlo fare. Semplificando i fili lunghi del fieno sono sistemati in modo tale che le eventuali gocce d'acqua scorrino via e non penetrino all'interno del covone. Segno dei cambiamenti quella meda non è stata più ricostruita; non c'è più perchè come dice Remo Scopel, l'allevamento del bestiame è praticamente scomparso.

La dimora abituale del famoso Tambirlot ( in sintesi uomo forzuto ) è poco più in là prima della salita per il Pian di Jaccon:

 

Dimora Scopel: giugno 2014

 

Salendo ulteriormente si raggiunge il Paset una ripida piana erbosa dove compare un barch, un sistema più moderno di raccolta del fieno. Nella prima immagine l'erba di giugno è alta mentre il barch è vuoto. Nella successiva il prato è perfettamente falciato e il barch colmo fino a dove stato possibile accatastare il fieno.

 

Barch: giugno 2014

 

Barch: ottobre 2021

 

Più in sù c'è Pian de Jaccon un quasi piano sarebbe opportuno dire con alcune case ma pochi abitanti permanenti. Tra questi Luciano Rech con cui mi sono fermato a parlare. Siamo a circa 700 metri di quota ma qui da tempi immemori oltre ai noci e altri vetusti alberi da frutta si coltiva la vite: bacò e oberlin anche se il vino non sempre riesce bene...dipende dalle stagioni aggiunge il Luciano. Ricordo che il 2014 fu disastroso con piogge continue proprio durante la vendemmia.

A gennaio 23 per passare il tempo Luciano sta potando e legando le viti che non sono più i tempi di una volta e il freddo è meno crudo.....o farà capolino più tardi scompaginando la fioritura o la vendemmia

Luciano a cui spiego da dove vengo mi parla del Ce' l'unico abitante residente della Guizza morto alcuni anni orsono. Pare strano ma all'isolamento dei luoghi non corrisponde quello sociale. In Valle sanno tutto di tutti, l'occhio vigila e le voci corrono!

 

Col del Guiel: ottobre 2021

 

L'obiettivo della gita è Col del Guiel qui visibile nei caldi colori dell'autunno ma prima soffermiamoci ancora un po' sul famoso piano. Recita il libro che una volta il prato scendeva verso la valle dell'Avien ma uno smottamento portò via tutto. La frana termina appena aldisotto del capitello come se quest'ultimo gli avesse intimato di fermarsì lì. Peccato che il capitello della Madonna di Lourdes sia mal ridotto e che i locali lo addobbino con gusto eccessivamente popolare direi superkitsch veneto.

Se si vogliono salvare gli affreschi superstiti nella parte alta del capitello bisogna intervenire subito....consigliando i locali di non inchiodare foto di santi e alberi di Natale posticci sull'affresco con il risultare di sbriciolare la malta stessa. Bah vedremo se il sindaco Dario riuscirà con longa mano a salvare il salvabile....

 

 

San Dario Scopel salva el Capitel!

 

 

Capitello a Pian del Jaccon: giugno 2014

 

 

Gli affreschi rimasti

 

Poco più in sù compare un rudere; pare che in passato i rapporti tra le persone non fossero così idilliaci. Quello è ciò che resta di un incendio doloso.

 

Rudere a Pian dei Jaccon: giugno 2014

 

Col del Guiel: gennaio 2023

 

Le vigne che stancamente sopravvivono sotto le aspre pendici del Peurna sono in abbandono e disabitata è la casa di chi forse, una volta le custodiva:

 

Pian dei Jaccon: gennaio 2023

 

Pian dei Jaccon: gennaio 2023

 

Una profonda rientranza del sentiero, il superamento di un torrente in secca, quello di una casa restaurata con un po' troppo cemento e dopo breve salita ecco che la strada termina in questo angolo appartato che è Col di Guiel:

 

Col di Giuel: giugno 2014

 

La casa dove è nato Remo Scopel è costruita a cavallo del crinale; sia Nord che a Sud ci sono due conche prative più o meno coltivate. La saggezza degli antichi architetti ha permesso di salvare capre, cavoli e muri dalle slavine che finivano guarda caso nelle due conche adatte al foraggio e a un piccolo campo di Oberlin che sopravvive miracolosamente.

 

Col dei Guiel: ottobre 2021

 

Uno sgurado oltre la valle permette di osservare Pian della Chiesa su cui svetta l'appuntito campanile:

 

Chiesa Nuova: gennaio 2023

 

Mentre mi aggiravo nei paragggi ecco comparire lo straordinario personaggio che abita ancora questi luoghi: Remo Scopel.

Sta caricando il fieno prelevandolo dal barch sotto casa ma l'operazione è un po' difficoltosa e le bestemmie sono un rosario che aiuta e scalda l'aria.

Mi è venuta in mente una analoga situazione dove nel paesaggio idilliaco di Castelluccio di Norcia nel lontano 1988, quella volta un pastore a cavallo incitava con analogo repertorio le vacche a muoversi. Che la bestemmia sia da corollario al paesaggio? 

 

 

Remo Scopel: gennaio 2023

 

 

Dalla sella dove è posta l'abitazione si osserva Pian de Jaccon e l'ombra del fotografo che si allunga sul prato di sotto:

 

Pian de Jaccon sullo sfondo: ottobre 2021

 

Il paesaggio costituito da pochi elementi tra cui un barch ed un noce coronati dalla fila di alberi variopinti dell'autunno è bello e armonioso:

 

Barc: ottobre 2021

 

Ma diamo un'occhiata all'antica dimora oggi non più abitata; la lamiera risulta una efficace protezione per il fienile e altre parti della casa. Pensa poi la natura a modificarne la texture dipingendola con forme insolite.

 

Casa Scopel: particolare

 

 

Tra gli oggetti visibili c'è un artigianale apppoggio per ferro da stiro mentre all'interno della stalla  un cestone ricorda che Remo lo utilizzava per portare il fieno alle bestie che tempo addietro erano qui ospitate. Nel libro c'è proprio un' immagine che lo ritrae con il cestone sulla schiena.

 

Appoggio per ferro da stiro

 

Il cestone per il fieno

 

Leggendo il libro si scopre che la zona veniva regolarmente utilizzata durante la << monticazione >> cioè il trasferimento del bestiame in alpeggio e il ritorno in valle all'inizio dell'autunno.

Le mandrie si fermavano a Col de Guiel per un certo periodo nutrendosi dell'erba presente. In questo modo i pastori risparmiavano la fatica dello sfalcio.

Ho percorso poi in parte l'antico sentiero che conduce in Val Dumela; lo s'imbocca appena giunti all'inizio del prato. Il sentiero è ripido, dissestato e poco utillizzato; poi entra in una gola e mi son chiesto come facevano le vacche a salire oltre per raggiungere le malghe di Fontana secca scavalcando la montagna.

La spiegazione me l'ha data il Remo: l'acqua non più incanalata ha eroso il terreno e dove una volta passava una mussa carica di fieno ora passa a mala pena un uomo.

E' il segno inesorabie del tempo: la natura in questi luoghi sarà la vincitrice indiscussa.

 

 

 

Col de Guiel nelle luci dell'inverno 2023

 

In una gita successiva a fine gennaio son salito al Col de Coa addentrandomi nell'alta e selvaggia Val dell'Avien. Dove termina la forestale e rimane visibile una traccia di sentiero che dovrebbe condurre sotto il passo omonimo, lì dove il torrente Avedon durante le ormai rare piene scarica acqua e sassi a valle, si ha una visione d'insieme del Pian de Jaccon sovrastato dalla mole incombente del Peurna:

 

 

 

Scorcio dalla Valle dell'Avedon

 

Fanno da sfondo le cime innevate delle Vette Feltrine ma cosa ben più curiosa e stimolante s'intravede in alto a destra e non visibile nella foto, un luogo che è tutto un programma: Aquilino. Lassù a più di 1200m di altitudine abitava....... Aquilino un luogo e un personaggio...ma questa è un'altra storia.

 

 

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