LE VIOTE DEL BONDONE

 

 

Il percorso in auto

 

Un giro in auto di circa 60km permette di " circumnavigare " il Monte Palon (m.2090) la montagna che domina la città di Trento ed è visibile come la Paganella dalle cime intorno a Bolzano distanti una cinquantina di chilometri, che non è poco. La via più veloce che conduce alle Viote (m.1590) è quella attraverso il Bus de Vela e passa per Cadine evitando i numerosi tornanti di Sardagna. E' lunga circa 25 km.

Il nostro obiettivo era quello di salire al Monte Cornetto che a differenza del Palon è privo di impianti di risalita e ripetitori che hanno devastato questa cima dalla forma conica simile in tutto a quella di un vulcano.

 

 

 

Il percorso a piedi

 

Il percorso a piedi parte dalla torbiera delle Viote e segue dapprima la Valle Eva fino alla Bocca di Vaion (1) per poi collegarsi alla Costa dei Cavai (2) e riprendendere il sentiero principale Sat 607.

 

Panoramica delle 3 Cime del Bondone

 

Come indicato dalla cartina di Koomot la durata dell'escursione escluse le soste è di 4 ore e il dislivello in salita è di circa 600 metri.

La scelta di salire per la Bocca di Vaion è stata premiata dall'osservazione della flora, una esplosione di fiori marcatamente prealpina.

 

 

 

La zona protetta

 

 

Come riporta la cartellonistica ( non perfettamente leggibile nella foto sopra se non nei titoli ), Le Viote sono innanzitutto una torbiera e quindi una zona umida con tutte le specie caratteristiche di questo ambiente in cui si alternano specchi d'acqua a prati umidi. In passato si raccoglieva la torba utilizzata per il riscaldamento delle abitazioni; ora la zona è tutelata e costituisce la riserva protetta del Bondone. Al mattino girando lo sguardo verso Nord - Ovest, non si può rimanere indifferenti alla vista delle Dolomiti di Brenta con la Cima Tosa (m.3150) che presenta ancora tracce di neve, poca a dir la verità che quest'anno (2022) le precipitazioni sono state scarse e hanno messo in crisi l'agricoltura in tutto il Nord Italia.

 

 

 

Il Gruppo di Brenta

 

 

 

Tra le specie che occupano i prati umidi ecco il pennacchio tondo:

 

 

 

Prati umidi

 

 

Ai bordi della torbiera fanno la loro comparsa grandi esemplari di genziana maggiore:

 

 

Pennacchio tondo (Eriophorum vaginatum)

Genziana maggiore (Gentiana lutea)

 

Risaliamo la Val Eva e da subito ci accorgiamo che i fiori non mancano:

 

La Val Eva

 

Gli anemoni sono sfioriti ma al loro posto c'è la Paradisea nel suo bianco candore:

 

Giglio di monte (Paradisea liliastrum)

 

Il rosa è invece quello delle orchidee:

 

Orchide dei pascoli (Traunsteinera globosa)

Manina rosea (Gymnadenia conopsea)

 

La centaurea del Trionfetti è presente in numerosi esemplari:

 

Centaura del Trionfetti (Centaurea triumfetti)

 

Pilosella (Pilosella cymosa)

 

 

Prati a genziana e veratro

 

Rosa montana (Rosa montana)

 

Il lato sinistro della valle è letteralmente ricoperto dal veratro specie velenosa che presumo si sia sviluppata in modo abnorme a causa dell'abbandono dell'allevamento bovino. Gli allevatori in passato lo estirpavano come per altre specie poco gradite al bestiame.

Mi riferiscono i pastori del Grappa che le greggi di veratro non muoiono.....chissà se è una fake news per criticare il giovane concorrente di San Siro che prudentemente evita di far pascolare le capre sui prati dove il veratro è di casa ......le nostre bestie le magna erba tuto l'an e il mangime non lo conosse! Prova a tastar sto formai.....

Ma mi go solo zinque euri in scasela e noi basta per compralrlo che noi vol taiarlo a metà!

 

Veratro comune (Veratrum album)

 

Le rocce ospitano altre specie come questa Sassifraga rotundifolia:

 

Sassifraga a foglie tonde (Saxifraga rotundifolia)

 

Talittro colombino (Thalictrum aquilegiifolium)

 

E' possibile osservare anche il raponzolo e la silene ma per classificarli esattamente è bene attendere il parere degli esperti:

 

 

Raponzolo

Silene

 

Non mancano specie tipiche dell'ambiente acido:

 

Rododendro ferrugineo (Rhododendro ferrugineum)

 

Acino alpino (Acinus alpinus)

 

Biscutella montanina (Biscutella levigata)

 

Astro alpino (Aster alpinus)

 

 

Eliantemo alpestre (Helianthemum oelandicum)

 

Sorprendente è il numero di specie che colonizzano alcuni anfratti di roccia calcarea; qui sotto si distinguono almeno quattro varietà: timo, acino, eliantemo e trifoglio.

 

 

 

 

Raggiunta la Bocca di Vaion il panorama è quello sulla valle dei laghi con sullo sfondo i " ghiacciai " di Adamello e Presanella:

 

Panoramica dalla Bocca di Vaion

 

Adamello - Presanella - Brenta

 

Ci portiamo ora alla Costa dei Cavai per riprendere il sentiero 607 che conduce al Cornetto:

 

 

Qui ci sono estese fioriture di piede di cornacchia un ranuncolo bianco:

 

Prati a Ranunculus platanifolius

 

La salita è abbastanza ripida e superato il bosco di pino mugo si raggiungono i prati sommitali da cui spuntano le tre vette della Riserva del Bondone:

 

 

La piu spettacolare delle tre è il Dosso di Abramo quella centrale, dalla forma a panettone raggiungibile con una piccola ferratina che parte dalla sella di collegamento con il Cornetto. E' possibile in alternativa passarci sotto e raggiungere la Cima Verde quella più orientale.

Percorrendo la Valsugana più o meno all'altezza di Levico guardando verso Ovest oltre la Sella di Vattaro si osserva il profilo delle tre montagne con quella di Abramo perfettamente distinguibile.

 

Il Dosso di Abramo (m.2133)

 

Il Palon e la testata della Val Mana

 

L'ultimo pezzo di salita presenta una bella formazione di rocce stratificate di color rosa dove cresce presumo una crucifera ( Arabis alpina ? ) che ho difficoltà a classificare:

 

 

Arabetta alpina (Arabis alpina)

 

Gli ultimi fiori che ho fotografato sulle rocce ai piedi del Cornetto sono il camedrio, la silene e la genzianella:

 

Camedrio alpino (Dryas octopetala)

 

Silene acaule (Silene acaulis)

 

 

Genzianella primaticcia (Gentiana verna)

 

La salita del Cornetto o meglio alla croce sommitale non è segnalata e bisogna arrampicarsi usando entrambe le mani. Di veneranda età e con le stecche ai fianchi ho lasciato perdere e mi sono limitato a perlustrare le trincee che circondano la vetta poco più in basso. Verso Sud limitati dalla foschia, si vedono la valle dell'Adige con Rovereto, lo Stivo a destra e l'Altissimo di Nago e il Telegrafo con la nuvoletta di Fantozzi in centro.

 

 

 

Panorama verso Sud

 

 

Oberato da una vita di stenti a contatto con studenti che non sapevano di non sapere, ansimando non poco, ho deciso di percorrere lo stesso sentiero per tornare alle Viote. Mi raccontava sicuro di sé un viandante che il sentiero che scende dalla Cima Verde è ancora scassinato dagli schianti di Vaia.

Una fake news a quanto pare perchè poco dopo, incontro per la seconda volta il pedomaniaco della corsa in montagna che ha già fatto quel giro una prima volta e con le scarpette da ginnastica.......ho notato però un luccichio..... le caviglie erano sicuramente in acciaio inox....

 

Panoramica verso Nord: La Rosta(m.1837) e il Palon(m.2098)

 

In auto come si evince dalla prima cartina allegata, ho percorso la provinciale n.25 che passando per Garniga raggiunge Aldeno in Val dell'Adige.

Può costituire un interessante percorso in salita per la ebike e chissà magari in futuro..... 

 

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