QUOTA 4009

 

Giovedì 19 agosto: finalmente il tempo lascia un po' di tregua agli intrepidi eroi del Sacro Monte di Varallo:

 

 

Si possono distinguere a destra <San Bistecca> noto frequentatore di ristoranti causa il gravissimo morbo noto come raptus famelicus continuos celebralis.

Dall'altra parte il ragazzo (si fa per dire) più equilibrato (si fa per dire) del gruppo, <San Zaino>; tre erano infatti gli zaini portati seco dall'audace scalatore, uno per ogni evenienza, lo stesso dicasi per le scarpe da montagna, tre scarponi diversi per evitare il mal dei calli.

Abbiamo poi <San Pomata>; l'immagine non è rivelatrice dello stato fisico del nostro protagonista e in particolare della sua valvola di scarico.

Infine un po' più a destra l'organizzatore della spedizione: <San Bagno> soprannominato così perchè ossessionato dalla pulizia. Ha vietato tassativamente a se stesso e ai membri dell'equip.aggio di servirsi della toilette del camper......siamo in montagna ragazzi e si va per boschi.

Dicevo è mercoledì quando le previsioni annunciano per l'indomani tempo bello e stabile, al che in nostri intrepidi esploratori decidono di impegnarsi in una emozionante ma pericolosa avventura, quella di esplorare il Plateau Rosa e le cime che lo coronano.

Intanto alle ore 7.36 il Cervino (m.4478) risulta solo parzialmente visibile:

 

 

Le nuvole fanno sempre compagnia alla celebre piramide e nel primo pomeriggio la nasconderanno totalmente alla vista.

Partenza ore 9.30 e dunque con grave ritardo, da quell'oasi montana che è Cervinia, il peggior agglomerato di case e alberghi che ho potuto osservare nei mie pellegrinaggi lungo la catena alpina.

Da lì partono gli impianti di risalita che in tre segmenti conducono a quota 3480 metri ossia al Rif. Le Guide del Cervino.

Ben più bravi sono gli alpinisti che risalgono il ghiacciaio di Valtournenche e stanno per raggiungere il rifugio attraverso il P.so di Ventina-Nord:

 

 

Rif. Le Guide del Cervino? Nome altisonante che evoca imprese d'altri tempi; lassù è un altro luogo idilliaco come è possibile constatare dalla seguente immagine:

 

 

Gli esploratori basiti, si domandano se per caso hanno sbagliato itinerario; ma no, è esattamente così che nei tempi post-post moderni va vissuta la montagna, nel caos sonoro-visivo con provetti sciatori per lo più amanti dello snowboard che sfrecciano pericolosamente in cerca di bersagli mobili, ossia i pochi montanari di mentalità giurassica che credono ancora che la natura incontaminata sia fonte di piacere e ispirazione.

 

 

Il quadro è disarmante ma cerchiamo una via di uscita seguendo la pista che conduce al Piccolo Matterhorn stazione di arrivo della funivia proveniente da Zermatt, carica di altri maniaci-rompicoglioni dello sci estivo. San Pomata il più motivato della spedizione parte in quarta, ansioso di provare i ramponi e tutta l'attrezzatura da ghiacciaio.

 

 

Uomini di poca fede! Dopo circa un'ora possiamo ritenerci quasi in salvo, sono le 11.40.

 

 

Qui al cospetto del Cervino, il gruppo è già diviso; San Zaino senza ramponi e San Bistecca, seguendo la pista da sci si precludono la possibilità dell'impresa; si faranno pelare dagli svizzeri alla stazione di arrivo della funivia posta a m.3884. Sarà quella la quota massima raggiunta dai due apripista. Gli altri componenti più arretrati perchè nel frattempo hanno montato i ramponi, deviano verso Est lungo un tracciato più alpinistico anche se molto facile:

 

 

Laggiù a sinistra compare la possibile méta, il Breithorn Occidentale con i suoi 4165 metri di altezza. Ce la faranno i nostri esploratori a raggiungerne la cima? Superata l'ultima schifosa seggiovia che conduce alla Gobba di Rollin il paesaggio diventa finalmente quello fantastico della montagna d'alta quota:

 

 

Uomini minuscoli al cospetto di giganti che superano tutti i 4000 metri; a destra è il Castore (m.4228) mentre a sinistra inizia la lunga dorsale del Lyskamm che raggiunge i 4527 metri e supera quindi lo stesso Cervino. Solo il M.te Rosa con la P.ta Dufour alta ben 4634 metri ma non visibile nella foto risulta più elevato.

Il nostro obiettivo è assai più modesto, il Breithorn è alto "solo" 4165 metri e a parte la respirazione faticosa causa l'altitudine è accessibile a tutti i montanari allenati e equipaggiati con ramponi e picozza.

Vediamo cosa racconta l'ottimo software " crea un panorama " riguardo alle cime in questione:

 

 

 

Ma sono le 12 e 19 minuti ed è troppo tardi per raggiungere la vetta, è opportuno infatti ritornare alla funivia in tempo utile per l'ultima discesa. I nostri protagonisti si pongono allora un altro obiettivo ma lo stesso ambizioso, superare di almeno un metro quota 4000.

 

 

E' tutta o quasi la dorsale del Breithorn quella immortalata nelle due foto, a sinistra quello più alto, l'Occidentale mentre nell'immagine a destra si vedono i due gemelli (Breithorn Orientale) che terminano con la Roccia Nera.

 

 

Sono le roccette lassù che dobbiamo raggiungere ed infine dopo l'ultimo sforzo Pastor, l'uomo tecnologico per eccellenza, tira fuori dal taschino il suo altimetro GPS tarroccato per l'occasione:

 

 

E perchè non vi siano dubbi ecco la macro che conferma il tutto:

 

 

Siamo a 4009 metri e il nostro sforzo è stato premiato; torniamo al campo base pienamente soddisfatti e cerchiamo di fissare nella mente e nel cuore le immagini fantastiche del Plateau Rosa.

 

 

Ecco infine i due protagonisti ripresi dal novello fotografo San Zaino-Scarabix:

 

Foto Scarabix

 

Un saluto e un sentito grazie a tutti i compagni di cordata. prossimo obiettivo......il Bernina o la Bern....a.

 

Foto Pastor

 

L'itinerario:

 

 

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