L'albero della saggezza

 

 

<< Se cerchi attentamente,al margine orientale di uno dei vasti prati che interrompono le foreste di Sella, puoi trovare persino...l'albero della saggezza. L'ha donato Alcide Degasperi, il grande statista trentino che in questi luoghi aveva eretto la sua dimora prediletta, il suo romantico rifugio, la sua oasi di pace. Nato a Pieve Tesino nel 1881, quest'uomo straordinario visse da parlamentare austro-ungarico le vicende di un impero in via di dissoluzione, subì le atrocità di due guerre mondiali ed affrontò con grande dignità politica le trattative per una pace onorevole, operando in una stagione di gravi miserie e di forti tensioni collettive >>.

 

 

 

 

<< Degasperi scrisse le pagine più importanti della storia italiana, nel periodo della ricostruzione e contribuì in modo determinante al progetto di edificazione della casa comune europea. Amore appassionato per la propria terra e per la famiglia, fede, libertà e rispetto furono i sentimenti che supportarono la sua vita pubblica, condotta con equilibrio e spirito democratico alfine di ricostruire la disastrata economia italiana.

La sua amata casa dove spirò nel 1954, è nascosta nel cuore di Sella, immersa in una natura gentile che ricorda l'animo di quest'uomo illustre.

L'albero della saggezza la pervade ed offre ad ogni essere sensibile, la propria invisibile chioma, fitta di preziosi esempi ed insegnamenti silenziosi.

Basta andargli incontro per coglierne l'essenza e sentirsi più vicini alla vita >>.

 

 

 

 

Valle di Sella dista dieci chilometri dal paese di Borgo Valsugana; i suoi boschi ed i suoi prati sono ai piedi delle montagne che chiudono a Nord l'altopiano di Lavarone. Queste vette che in alcuni casi superano i 2000m. possono essere raggiunte solo percorrendo i ripidi sentieri che partono per l'appunto, dalla valle sottostante. Abbiamo seguito il sentiero più facile, quello che in quasi tre ore ci ha permesso di raggiungere Porta Manazzo a quota m.1795. Ancora una volta ci troviamo sui campi di battaglia che videro le truppe austro-ungariche contendere agli italiani la conquista di queste cime. A Porta Manazzo era piazzata una batteria di cannoni italiani che resistette fino al 1916 quando, gli austriaci sferrarono la famosa Strafexpedition, in seguito alla quale il fronte si trasferì più a Sud.

 

 

Cima Larici in primo piano, il Portule e sullo sfondo Cima Dodici

 

 

Prati, piccole malghe e distese di monti che si confondono nell'azzurro del cielo, costituiscono il panorama tipico dell'Altopiano di Lavarone-Passo Vezzena.

 

 

 

 

Sulla Valsugana invece, incombe l'ardita punta dei Mandrioli, mentre lontano, s'intravede il Gruppo di Brenta.

 

 

 

 

 

Ma Valle di Sella è più di tutto questo. Oltre alle interessanti e faticose puntate sull'Altipiano, è possibile visitare il parco artistico che da alcuni anni raccoglie le opere Land Art di numerosi artisti. Una visita non frettolosa richiede una mezza giornata di tempo; inizialmente il percorso segue il fianco boscoso dell'Armentera, per giungere infine al pianoro di Malga Costa dove sono concentrate le opere più importanti.

 

 

Il tempio dell'amore (Belle Shafir 2002)

 

 

Possesso dello spazio tra gli alberi (Roy F.Staab 2000)

 

 

Collana (Fiora Valle 1998)

 

 

<< Non sono rimasti lupi in Gran Bretagna, nessun posto selvaggio lasciato per loro, non c'è spazio per "loro" e "noi". Ci deve essere sempre un "loro" e un "noi"? Il mio lavoro consiste nel rimettere gli animali nella mente degli uomini, così spero che la gente li vorrà nelle loro vite >>.

 

Lupi ( Sally Matthews 2002)

 

 

Alcune opere, più recenti e in fase di ultimazione non compaiono ancora in catalogo, è il caso di questo "ruota tentacolare".....

 

 

 

 

... e di questi  "fiori" che ornano il bosco.

 

 

 

 

A Malga Costa c'è anche l'opera di Giuliano Mauri: "la cattedrale vegetale". Giovani carpini come colonne di una cattedrale formano un rettangolo di 82m di base per 15 di larghezza. Tagli e potature permetteranno di adattare le piante, in modo da formare una vera e propria cattedrale vegetale. Una volte scomparse le strutture che accompagnano la crescita delle piante, rimarrà l'indelebile traccia del dialogo tra l'uomo e la natura.

 

 

La cattedrale vegetale (Giuliano Mauri 2002)

 

 

Non una quindi, ma tante le ragioni per visitare questi luoghi, sulle tracce dell'Alcide che in quanto a gusti e non solo quelli, la sapeva lunga.

 

Il faggio ( Natura.....da tempi immemorabili)

 

 

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