Luigi Ghirri

Luigi Ghirri (Scandiano 1943 - Roncocesi 1992) è stato uno dei più influenti fotografi europei cui si devono contributi ed iniziative che hanno vivacizzato l'asfittica atmosfera della fotografia italiana dalla metà degli anni '70 in poi.

 

Salzburg "Diaframma 11" 1967

 

<< Al di là degli intenti descrittivi ed illustrativi, la fotografia si configura come un metodo per guardare e raffigurare i luoghi, gli oggetti, i volti del nostro tempo, non per catalogarli o definirli, ma per scoprire e costruire immagini che siano nuove possibilità di percezione >>.

 

Scandiano "Italia ailati" 1973

 

 

"Infinito" 1974

 

 

Lido di Spina "Vedute" 1978

 

"Atlante" contiene insieme alle immagini, forse, tra le più "concettuali " di Ghirri, alcuni commenti chiarificatori dell'autore stesso: " il viaggio sulla carta geografica, peraltro caro a molti scrittori, penso sia uno dei gesti mentali più naturali in tutti noi, fin dall'infanzia"

 

Ferrara "Topografia -Iconografia" 1980

 

 

Capri "Topografia -Iconografia" 1981

 

 

Napoli "Topografia - Iconografia" 1981

 

 

Trani " Paesaggio Italiano" 1982

 

Ghirri è riuscito a raccontare la fissità dello spazio vuoto, lo spazio che non si riesce a capire. Ha compiuto una radicale pulizia negli intenti o scopi dello sguardo.

Ci ha fatto vedere uno sguardo che non spia un bottino da catturare, che non va a caccia di avventure eccezionali, ma che scopre nell'esistente l' interesse e la bellezza.

 

Masone Casa Benati "Paesaggio Italiano" 1985

 

 

Cittanova di Modena "Esplorazioni della Via Emilia" 1985

 

 

Versailles "Paesaggio Italiano" 1985

 

 

Bologna "Paesaggio Italiano" 1987

 

" Il mio desiderio è sempre stato quello di lavorare con la fotografia a 360 gradi, senza limitazioni. Credo che questo modo di operare sia un'amplificazione delle possibilità percettive e di racconto. Uno degli elementi che mi affascinava nelle ricerche concettuali era l'irruzione della possibilità di una sorpresa all'interno del quotidiano anche riferito all'arte. Ma al di là di questo credo di aver appreso dall'arte concettuale la possibilità di partire dalle cose più semplici, dall'ovvio, per rivederle sotto un'altra luce ".

 

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