DA PEDEROBBA a CIMA GRAPPA

 

 

A Pederobba dove il fiume Piave sbocca nella pianura trevigiana, c'è l'ossario dei caduti francesi della Prima Guerra mondiale. I cugini d'oltralpe erano accorsi in nostro aiuto dopo la disfatta di Caporetto quando il nuovo fronte si era attestato sul fiume sacro alla patria. I francesi hanno combattuto sul Monfenera che appartiene al Massiccio del Grappa costituendone l'estrema propaggine orientale.

Molto interessante è la vista che si gode dal Santuario della Modonna della Rocca in comune di Cornuda; le cime di cui parlo in seguito si abbracciano tutte in un unico sguardo:

 

 

 

 

La costruzione di un bel cementificio di fronte al monumento ai caduti, la dice lunga sul paese in cui viviamo: manca il rispetto dei vivi tantè che le calamità naturali che imperversano le dobbiamo alle tonnellate di cemento sparse per l'intera penisola; manca il rispetto per i morti che meriterebbero per l'assurda guerra a cui si sono immolati un'altra vista...... almeno da morti.

Ma la fotografia lungi da essere oggettiva da la possibilità di nascondere le brutture della penisola....che qualcuno si ostina a chiamare il Bel Paese.

 

 

 

 

 

 

 

Il monumento ai caduti è il punto di partenza per percorrere la strada che sale sul Monfenera, raggiunge il Monte Tomba, il Monte Palon, la Mandria e dopo un lungo tornante la Valle delle Mure. Da qui mancano pochi chilometri a Cima Grappa.

 

 

 

 

Il dislivello totale è di circa 1500m. Come si può vedere dalla cartina altimetrica le pendenze maggiori s'incontrano all'inizio dove ci sono alcuni tornanti e a metà percorso. Un buon allenamento e questo via alternativa per Cima Grappa è alla portata dei biker stagionati del Sacro Monte di Varallo di lontana memoria.

 

 

 

Il percorso ricalca quello che fu durante il 1918 il nuovo fronte ed è ovvviamente, cosparso di trincee, di lapidi e cippi in onore ai caduti; la prima sosta d'obbligo è quella sul M.te Tomba:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutto il percorso è panoramico; si vede l'intera pianura padana purtroppo abbastanza scassinata, va meglio guardando verso Nord, verso le montagne:

 

 

 

 

Da sinistra compare la lunga dorsale prativa della Mandria - Monte Piz, sullo sfondo quella di Col dell'Orso - Solaroli - Fontanasecca mentre in primo piano quella più boscata dello Spinoncia.

C'è una piccola finestra sulle Vette Feltrine e poi il Sassumà, il Col Santo e il Tomatico.

Il Monte Tomba ha un nome che la dice tutta, la quota non troppo elevata permetteva agli austriaci posti sulle cime vicine di colpire le trincee italiane poco protette.

 

 

 

 

La sosta successiva è quella di Monte Palon dove la locale sezione degli alpini ha ripristinato un bel tratto di trincea:

 

 

 

 

Siamo a 1300m di quota e la postazione domina tutta la dorsale del M.te Tomba e l'abitato di Alano del Piave. Sullo sfondo emergono dalle nebbie le cime di oltre Piave.

 

 

 

 

A proposito di filo spinato, come indica una delle targhe poste sul percorso, era il punto finale del fante, nel senso che la sua corsa spesso finiva lì, abbattuto dalle mitragliatrici.

I generali che impartivano ordini folli se ne stavano al sicuro nelle retrovie consapovoli che la storia li avrebbe ricordati intitolandogli vie, strade e monumenti.

Tornando la buon soldatino, come amava chiamarlo il generale De Bono fortunatamente impallinato al tempo della Repubblica di Salò, se non usciva dalle trincee per suicidarsi davanti al nemico veniva accoppato dagli amici carabinieri, ferventi servitori della patria.

 

 

 

 

Ancora qualche chilometro e si giunge a Bocca di Forca un piccolo valico aperto sulla valle dell'Archeset. Proseguendo a destra si sale a Malga Piz; ecco una panoramica a 180°:

 

 

 

 

A sinistra c'è la Cima della Mandria con la cappelletta sommitale, poi la costa verde con la malga Archeset; dietro s'intravede la Cima Grappa. Si prosegue in secondo piano con il Col dell'Orso, i Solaroli, il Valderoa, Fontanasecca e Tomatico in linea con il Monte Piz.

Fotografando verso Nord dietro al Tomatico nel centro della foto c'è il Pizzocco e sullo sfondo si vedono a sinistra il Civetta, e il Pelmo mentre a destra la piramide dell'Antelao seguita in primo piano dalla lunga cresta del Talvena:

 

 

 

 

Sul web è reperibile l'ottimo software (http://www.udeuschle.selfhost.pro/panoramas/makepanoramas_it.htm) che permette di identificare le cime osservate da un qualsiasi punto geografico; ecco cosa vi può apparire sullo schermo fotografando da Monte Piz:

 

 

 

 

Magnifici i prati di questa zona cosparsa di numerose malghe.

 

 

 

 

 

 

 

Prati che finiscono bruscamente; pare sia passato un gigante che munito di coltello abbia tagliato di netto la montagna; un salto di più di 1000 metri divide queste dolci colline dalla pianura sottostante.



 

 

Non per niente il genio militare ha costruito durante la guerra dei sentieri impervi per portare dalla pianura provviste e armi ai soldati abbarbicati su questi monti.

Quei percorsi erano invisibili al nemico ma potevano costituire comunque un pericolo a causa delle frane, del ghiaccio e dei baratri che incutono timore anche al provetto alpinista.

Uno di questi sentieri è quello delle Meatte :

 

 

 

 

Dalla Val delle Mure raggiunge il Boccaor, il M.te Meatte e percorre tutto il ciglio strapiombante fino alla Mandria:

 

 

 

 

Dalle nebbie emerge la cima Nord del Grappa, una terribile schifezza adorna queste montagne spettacolari: è la base Nato dismessa da anni, speriamo che qualcuno la "bombardi " ripristinando così l'antico e storico crinale.

 

 

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