TRA SANTI E BRIGANTI
Mappa dei luoghi
Da Campo Imperatore alla Maiella il passo è breve. La mappa indica più precisamente la parte Nord-Ovest della Gran Madre per fare il verso al Gran Sasso. Sul Monte Amaro, la cima più alta della Maiella come sul Morrone non sono salito per varie ragioni, ma ho dato una occhiata più o meno approfondita, ai luoghi riportati nella mappa.
Seguiamo dunque il percorso segnato in blu in un ideale spostamento in senso orario da Roccacaramanico - Santa Eufemia al Blockhaus o più precisamente alla Tavola dei Briganti sulle pendici settentrionali della Maiella.
In realtà il campo base era poco distante da Roccamorice e gli spostamenti sono stati diversi, con una puntata anche su Chieti come ho già descritto in un precedente reportage ( Juvanum ).
Roccacaramanico e le propaggini della Maiella
Il territorio di Sant'Eufemia occupa l'estremo lembo meridionale del pescarese, con una estensione totale di 4000 ha, territorio che si estende nella sua totalità nel Parco Nazionale della Maiella. L'abitato è situato nella valle racchiusa dal versante occidentale della Maiella e da quello orientale del Monte Morrone.
Ad una quota di circa 900 metri sul livello del mare, lungo la statale 487 si trova Roccacaramanico proprio sotto le pendici del Monte Morrone.. Nel territorio geografico di Sant'Eufemia si trovano le vette più elevate come il Monte Amaro (m.2793) e Monte Morrone (m.2061). Il paese come molti borghi abruzzesi è in restauro, dato che qui i terremoti imperversano da migliaia di anni.
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La valle di Santa Eufemia verso il Gran Sasso
Il giardino botanico dista pochi chilometri e ovviamente ci siamo fermati per una breve visita. La responsabile tutto-fare si lamentava della carenza di volontari.
Possibile che in Abruzzo una regione montana, non esista una scuola di agraria o di gestione forestale che prepari gli studenti sul campo? Mistero della fede scolastica!
Il giardino botanico
Il giardino botanico
Qui si scopre quale sia stata durante il Medioevo ma anche dopo, l'importanza delle pianti officinali. L'amaro Centerbe prodotto in passato in uno degli eremi che visiteremo, veniva trasportato fino a Napoli, specie durante le epidemie di colera. Molti furono i botanici che perlustrarono la zona, in particolare la Maiella, sia da questo lato che da quello opposto.
Ma rimettiamoci in moto, più a Nord oltre Caramanico Terme c'è la bella chiesa romanica di S.Tommaso ( inizialmente esisteva un monastero ) dedicata a St. Thomas Becket arcivescovo di Canterbury assassinato e canonizzato nel 1173.
Che dire oltre al fatto che vivere allora era piuttosto rischioso? ( Adesso no ovviamente ...... ) E' sicuro che nell'età obscura , i collegamenti tra le diverse zone d'Europa esistevano eccome; ed era la chiesa e in particolare i monachesimo depositario del sapere, che favoriva i contatti tra le genti. Il latino era lingua comune per le persone istruite, anche se il volgare anzi i volgari avrebbero preso piede da lì a poco.
Resti dell'abbazia |
Deposizione di Cristo |
Portale centrale con Cristo in trono e gli apostoli
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Particolari scultorei
Ma ora varchiamo l'Orfento e passiamo a Roccamorice, da dove gli "elettro biker " possono partire per raggiungere il Blockhaus operazione questa portata a termine con successo il giorno 8 giugno 2024. Qui però si chiede una performance diversa, quella dell'escursionista pedestre ragione per cui ci siamo avviati a piedi verso il primo eremo quello di San Giovanni.
Giornata molto calda e salita impegnativa......con fiasco all'arrivo. Non fiasco di vino o altra bevanda, ma fiasco da intendersi che il famoso Passo del Gatto ( leggi monte Pelmo ) per arrivare a vedere sto " Eremo de Giuà " non lo abbiamo superato, semplicemente per non rischiare la pelle che precipitare sull'Orfento 200 metri più in basso..... non ci sembrava il caso.
Sul Pelmo nelle Dolomiti Bellunesi il tratto è attrezzato qui no, pare per volere testamentario dellu Santu che non voleva rompicoglioni intorno.
Diciamo che non eravamo preparati a questa evenienza ossia che l'eremita eremitissimo avesse scelto un luogo dove probabilmente i viveri venivano calati dall'alto; dunque solo i temerari potevano raggiungerlo e lui una volta giunto lì non fu più in grado di tornare indietro e si affidò alla carità dei pastori.....così racconta la leggenda metropolitana.
Gran Sasso d'Italia |
I monti del Morrone |
Percorrendo l'iniziale pianoro non si ha l'idea dell'immane lavoro di spietramento effettuato dai pastori; in piedi c'è ancora qualche capanno e qualche muretto a secco ma....mancano qui, come altrove le greggi!
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Paesaggio agro-pastorale
Ginestre
Il bosco di faggi
Ad un certo punto superato il bosco, il sentiero scende e perde quota con somma gioia degli escursionisti. Non basta; l'eremo invisibile è dietro l'angolo " ma qui non si passa " come recitava il moto dei soldati del Piave!
Il punto di arrivo
Per rendere l'idea di dove monaci ed eremiti costruivano il loro ripari si veda la foto che segue:
Eremo in potenza
Poi col passare degli anni, la cengia veniva scavata, venivano eretti parapetti e cappelle e fino alla modernità era un continuo fare, rifare, aggiungere e ricostruire.
Visto che a proseguire non era il caso, siamo tornati indietro verso il punto di partenza ossia il paese di Decontra, guardando a destra e manca nella calda e azzurra giornata di giugno.
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Sulla via di casa un bell'incontro anzi due:
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Di fatto siamo in un parco nazionale e gli animali sono meno schivi che altrove.
Altro giorno e altro eremo anzi due, visitati nella stessa giornata. Siamo in un altro vallone più a Est dell'Orfento ed a esso parallelo. Ivi si trovano l'eremo di San Bartolomeo la cui visita é libera e più incassato nella valle, quello di Santo Spirito il più grande e dove la visita è guidata e giustamente si paga il biglietto.
La discesa al primo permette di ammirare la flora che in questi valloni si sviluppa grazie probabilmente, alla minore insolazione e alla maggiore umidità. Sul fondo scorre infatti l'acqua che al Bartolomeo pur essendo eremita era necessaria.
La gola di San Bartolomeo |
Nigella damascena (Damigella scapigliata) |
La " fanciullaccia " è davvero spettinata ma la sua forma é incredibile; le foglie superiori ( brattee ) sono modificate e avvolgono i petali azzurri. Stami, antere e pistilli fanno il resto in una combinazione alquanto complessa.
Non manca l'aglio delle bisce e la valeriana rossa.
Allium sphaerocephalon (Aglio delle bisce). |
Valeriana rubra ( Valeriana rossa) |
Ma diamo una occhiata all'eremo dove è il caso di prestare la dovuta attenzione a dove si mettono i piedi:
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Lo spazio interno è costituito da due stanzette e nella prima, in una nicchia è posta una statua lignea del santo con un coltellaccio, simbolo del martirio. La tradizione molisana lo vuole scuoiato a Benevento. Sarebbe poi arrivato a Bojano con la sua pelle in mano che qui appare avvolta a mo di corda ad esclusione del volto. Pare che morì poco dopo e chissà perchè......
Secondo un'altra tradizione il coltellaccio veniva prelevato temporaneamente e posto vicino al letto di una persona morente con lo scopo di rendere più dolce il trapasso. Ricordiamo che San Bartolomeo è uno dei dodici apostoli che ricordarli tutti mica è facile ...Giuda Iscariota a parte!
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La Maiella è Maia madre ma anche santa proprio per il numero di eremitaggi incastonati tra le sue pareti. Pare sia seconda solo alle Meteore e alla Capadocia. Passiamo allora in rivista l'ultimo eremo raggiungibile in auto a qualche chilometro dal precedente. Davanti alla chiesa c'è un grande spiazzo dove sulla destra è stata scavata la montagna per far posto ad un grande e lungo abbeveratoio. Dunque non mancavano l'acqua, le greggi e San Antonio Abate protettore del bestiame.
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La chiesa di Santo Spirito
La costruzione sembra risalga all'XI secolo a opera dei monaci benedettini provenienti da Montecassino. La prima fonte storica risale al 1055 e riporta la presenza del monaco Desiderio, il futuro papa Vittore III, che costruì il primo eremo. Attorno al 1240 il monaco benedettino Pietro, proveniente dall'abbazia molisana di Santa Maria di Faifoli, si stabilì sulla Maiella allo scopo di rafforzare l'osservanza della regola grazie all'isolamento e alla vita eremitica. Qualche anno più tardi fondò, o meglio rifondò l'eremo di Santo Spirito a Maiella: la tradizione ne fa risalire la fondazione al 29 agosto 1248. Ancora più tardi, dopo la canonizzazione di Celestino V la sede principale della congregazione dei Celestini, fu trasferita sulle pendici occidentali del Morrone a Sulmona più facilmente raggiungibile rispetto a Santo Spirito. L'ordine, un tempo molto potente e diffuso in Francia e Germania fu soppresso nel 1810.
Pietro da Morrone, il futuro papa Celestino V, dimorò quivi fino al suo prelevamento a opera del Bonifacio VIII che lo amava così tanto da preoccuparsi della sua salute.
Il sommo poeta Dante lo spedì pure all'Inferno a causa " del gran rifiuto " correva l'anno 1294. In realtà il subentrante, appoggiato dai guelfi esiliò il ghibellino da Firenze e Dante se la prese con sia con lui che con il suo predecessore. Mah....
La struttura dell'eremo si sviluppa seguendo l'andamento della montagna ma non mancano piani di abitazione a livelli diversi collegati da scale più o meno sante scavate interamente nella roccia. Sono stati realizzati anche degli orti stretti e lunghi e in uno di questi ho individuato la preziosa Aquilegia della Maiella .
Come già detto ivi e nei boschi vicini i monaci celesti raccoglievano le erbe medicinali e preparavano le pozioni magiche ......
La Pentecoste |
Il simbolo dei celestini |
La scala santa |
Camminamenti |
Scultura a rilievo |
Oratorio della Maddalena. |
Orto pensile |
Aquilegia magellensis |
L'aquilegia è endemica dell'Appennino centrale ed è presente in Abruzzo e Molise mentre è dubbia nel Lazio e in Campania. Ama i luoghi ombrosi e le rupi stillicidiose ossia dove fuoriesce l'acqua in piccole quantità.
L'ambiente è unico e suggestivo e ancora una volta il nostro pensiero va alla fatica fatta dai monaci e dalle maestranze, per ricavare questi spazi in un ambiente così difficile.
L'oratorio della Maddalena
Qui come in altri luoghi legati al sacro, non mancano le firme dei visitatori che muniti di scalpellino hanno lasciato un segno del loro passaggio. Trattasi di fedeli o di vandali ante litteram?
Firme autografe
< Semo a buon punto > come disse Virgilio e dunque giunti all'epilogo nonché al percorso montano vero e proprio che ci ha permesso di raggiungere dopo tanta santità la Tavola dei peccatori o meglio dei Briganti.
Con l'auto si sale da Roccamorice fino al rifugio più sfigato della Maielletta, il Rif.Pomilio (m.1930) sfigato perché circondato dai ripetitori che non è chiaro come la denominazione di rifugio sia ancora tale.
Qui l'inquinamento elettromagnetico nel campo visibile o meno ti spedisce direttamente al creatore per cui non ti viene neppure voglia di fermarti per una consumazione. Più in su dopo un tratto ancora in asfalto c'è il Blockhaus il punto di arrivo di una delle tappe più dure del giro d'Italia dell'Appennino.
Nella foto che segue è visibile la Gola dell'Orfento e lì da qualche parte sulle pareti nude e scoscese dovrebbe esserci l'eremo di San Zuà....
La valle dell'Orfento
Tra il Pino mugo cresce il doronico e la genziana;
Doronico di Colonna |
Genziana appenninica |
Qui serve una precisazione: il doronico è proprio quello di Colonna a differenza di quanto visto sul Gran Sasso dove le foglie non sono ben visibili. Sulla genziana qualche dubbio è lecito che i bei petali blu non paiono sfrangiati. Poi c'é Lino:
Lino malvino
E un bel gruppo di orchidee gialle e rosse:
Orchide sambucina
Poi abbiamo le due V:
Viola di Eugenia
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Veronica di Orsini
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Il magnifico gruppo di genziane che segue val bene un repetita iuvant :
Genziana appenninica
E finalmente dopo due ore di cammino dal Blockhaus eccoci alla tavola imbandita, quella dei Briganti. La zona evidentemente rocciosa ma coperta in parte dai pini mughi si discosta appena dal sentiero e si affaccia sul versante occidentale della montagna.
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La Tavola dei Briganti
Oltre alle coppelle che non è chiaro se sono naturali o scavate, la zona è ricoperta da scritte che riportano nomi, date e simboli sacri.
Come già scritto nel reportage su Juvanum, l'unificazione non fu affatto un passaggio facile e vide nascere quello che per l'ordine costituito era il cosidetto " brigantaggio " ma che invece per la popolazione dell'Italia meridionale era un atto di disobbedienza nei confronti di un conquistatore non molto illuminato e in alcuni casi predone. Si racconta che la conquista del Regno Borbonico fu una scommessa per rimpinguare le casse dello Stato Sabaudo sull'orlo del fallimento. I fatti dimostrano che quella più che una unificazione fu una conquista da cui il meridione non si sarebbe più sollevato. A conferma di ciò sappiamo che la migrazione verso il Nuovo Mondo delle genti meridionali inizio a fine 800 mentre era del tutto assente prima.
Qui sulla Maiella i cosidetti briganti trovarono rifugio. Sul Blockhaus i piemontesi costruirono un fortino di cui restano i ruderi per contrastare il fenomeno che fu estirpato spesso con la violenza e con il sangue.
All'uopo una tavola riporta, la seguente iscrizione:
« Nel 1820 nacque Vittorio Emanuele Re d'Italia. Prima del '60 era il regno dei fiori, ora è il regno della miseria »
Diciamo che per fortuna almeno qui sulla montagna sacra i fiori ci sono ancora:
Anemone alpino
Non pago ho voluto proseguire innanzi e salire un po' più in su per vedere se per caso qualche camoscio appenninico facesse capolino tra le rocce, ma tal speranza fu vana pur perlustrando il selvaggio loco con il binoculo.
Le nuvole per un attimo lasciano trasparire le vette più alte ancora coperte di neve:
Su, più in alto...sulle ali dell' ippogrifo
Portarsi in alto, significa spesso avere delle sorprese che sulle rocce è noto, la nicchia ecologica è alquanto diversa:
Primula Orecchia d'Orso |
Il pino mugo ostinato |
Che dire del pino mugo il cui seme è germogliato in quell'anfratto? E visto che ci troviamo sulla Maiella mi par giusto incontrare il Cynoglossum magellense fotografato pochi giorni prima sul Gran Sasso:
Lingua di cane della Maiella (Cynoglossum magellense)
Panorama da quota m.2400
Mi par giusto non tediare ulteriormente il lettore e chiudere qui questo lungo reportage.
La panoramica è stata scattata alle ore 14.30 del giorno 6 giugno 2024.
E' giunta l'ora di fare ritorno e di voltarsi indietro....alla fine del cammino di nostro Blockhaus.....verso le nuvole della Maiella.
Dal Blockhaus ore 17.00
Mappa