VILLA PANZA DI BIUMO

 

 

 

Attraversato il confine tra il Regno Sabaudo e il Lombardo - Veneto grazie al traghetto che fa spola tra Intra e Laveno ed evita così un lungo giro del lago, gli esploratori scout sono sbarcati a Varese.

Inutile è stato il tentativo di trovare alloggio sul lago omonimo le cui sponde settentrionali in quel piovoso e umido pomeriggio di luglio sembravano irragiungibili!!!

Il paese di Oltrona al Lago non ho capito bene se si trovasse sul lago o meno!!!!!

Stanchi per la piacevole ma lunga visita di Villa Taranto sulla riva occidentale del lago Maggiore ci siamo alla fine infilati in un moderno B&B poco lontano da Villa Panza.

Nottata combattuta tra la cattiva digestione di spaghetti << crudi >> al granchio << vecchio >> e l'impianto di condizionamento impossibile da disatttivare.

La domotica che irrompe nella vita dei contemporanei incapaci di decidere autonomamente del proprio benessere è un'altro degli incubi della modernità....le zanzare facevano il resto.

L'unico vantaggio del B&B in questione, a parte una sfilata gradevole agli occhi di donne varesotte più o meno svestite intervenute ad un party nel giardino dell'albergo, è stato lo sconto per la visita di Villa Panza, prevista per il giorno dopo.

 

 

Villa Panza dall' interno del parco

 

 

Villa Panza, risale al Settecento, quando il marchese tale Menafoglio, individuò sulla sommità del colle di Biumo, a Varese, il luogo ideale per la sua casa di campagna.

Ampliata grazie ai successivi interventi di Luigi Canonica ( vedi Villa Melzi sul lago di Como ) a inizio Ottocento, e Piero Portaluppi ( vedi Villa Necchi a Milano ) negli anni ‘30 del Novecento, la dimora assunse una nuova destinazione quando il conte Giuseppe Panza negli anni ’50 iniziò a creare una collezione d’arte contemporanea divenuta poi famosa in tutto il mondo.

La mappa di Varese e dintorni rivela che di ville con parchi annessi ce ne sono più di una, senza contare il Sacro Monte nel parco regionale di Campo dei Fiori un vero gioiello barocco e non solo......dunque anche qui non ci sarebbe di che annoiarsi.

Ma diamo un'occhiata al giardino dove le prospettive non mancano:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non poteva mancare lo zampino di qualche artista che forse già conosciamo visto che l'opera di Land Art << Grande Oculo >> la possiamo trovare anche ad  Arte Sella in Valsugana:

 

 

 

 

A luglio 2018 la villa ospitava la mostra contemporanea di BARRY X BALL e dunque entriamo negli spazi interni della villa per dare un'occhiata alle opere dell'artista americano.

 

 

 

 

Barry classe 1955 come narra la guida ha condiviso con Panza la stessa visione estetica a partire dagli anni 80.

Le sue opere dialogano con il passato; semplificando sono spesso delle riproduzioni di opere famose realizzate però con macchine a controllo numerico, Ball interviene nell'ultimo passaggio levigandole rifinendole a mano.

I materiali sono preziosi: la calcite, il marmo nero del Belgio, quello di Portovenere, il Corian una pietra acrilica resistente, lucida e facilmente lavorabile. Ovviamente gli spazi di Villa Panza sono quelli giusti per una esposizione di opere d'arte come esemplificano le immagini che seguono.

 

 

 

 

 

 

Nel caso sopra probabilmente non si tratta di un opera del Ball ma in ogni caso meritava uno scatto vista la purezza della composizione.

Le prime sculture del nostro lasciano un poco perplesse, gorgoni e volti doppi e deformi sono di certo un po' inquietanti!

 

 

 

 

Vediamo qualcosa di più soft come la scultura in onice della donna velata proposta più volte dall'artista americano utilizzando materiali diversi.

La Dama velata (la Purità ) è un'opera settecentesca di Antonio Corradini veneziano che operò anche a Vienna, Roma e Napoli.

 

 

Purity in onice

 

 

 

 

Purity (Barry X Ball)

Purità (Antonio Corradini)

 

Che dire? Riproporre opere del passato dove l'intervento dell'autore si limita alla scelta del materiale? Nulla da eccepire riguardo ai risultati ma l'originale è uscito dalla testa e dalla mano di Corradini che era come Sammartino, per intenderci quello del " Cristo Velato " di Napoli, un genio.

(Tra parentesi il Cristo l'avrebbe dovuto scolpire il Corradini ma nel 1753 purtroppo morì e l'opera fu portata a termine dall'insigne successore ).

 

 

 

Qui il riferimento al passato non è forse così stringente; indubbio è il fascino della calcite dunque del materiale utilizzato. Come dire per un fotografo analogico la stampa con carta baritata rispetto a quella su politenata dello stesso soggetto.

Nel mio peregrinare tra le stanze mi sono lasciato affascinare anche dall'arredamento minimalista e dalla bellezza delle tonalità presenti.

 

 

 

 

Qui siamo nel campo dell'autoritratto; a destra è l'opera Flayed Herm realizzata in Corian a due colori. A seguire una riproposizione in marmo nero del Belgio

delle " Forme uniche nella continuità dello spazio "  di Umberto Boccioni sommo capolavoro futurista del 1913.

 

Perfect Forms

 

E veniamo ad un'opera non " Figurativa " che invece con il " Figurativo " a detta dell'autore ha molto a che fare:

 

A Profusion of Loss

 

Qualcuno dovrebbe " riconoscere " la Battaglia di Anghiari di Leonardo di cui si conserva un cartone di Rubens al Louvre di Parigi. Diciamo che è una libera interpretazione del Ball in questione. Peccato che il genio da Vinci noto sperimentatore utilizzò una tecnica di pittura parietale che non funzionò affatto e nulla rimane della famosa battaglia.

 

 

Black/White Sculpture

 

Questo è un lavoro Optical realizzato in corian che risale alla metà degli anni 90. E' un'opera sospesa che rimanda alla discussione relativa al problema modernistà del piedistallo e del contesto in cui l'opera viene esposta.

Un ultimo salto in giardino, un respiro profondo all'ombra del pergolato e lasciamo il colle di Biumo, Varese e pure il Lombardo - Veneto per fare ritorno a Villa Caupo.

 

 

 

 

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