DANIMARCA

( 18 - 31 LUGLIO 1993 )

 

 

Danimarca 1993: le principali tappe in rosso

 

Come scrisse il Carli ....il cielo che doveva essere e non è stato!

Ebbene la speranza com'è nell'ordine delle cose, era che il cielo fosse azzurro come il mare virtuale della cartina sopra e invece....

La prima isola danese che s'incontra  seguendo la costa occidentale è quella di Romo a Nord di Sylt che è in territorio tedesco. Siamo sul Wattenmeer, il mare di Wadden per i danesi, mare che ho visitato in luoghi e tempi diversi un numero perfetto di volte ossia tre. Spazi immensi dove se ti va male, incontri qualche escursionista e non soffri quindi di claustrofobia da Dolomiti Unesco.

Unica pecca il Wattenmeer è distante, troppo distante!

 

 

 

.....e invece abbiamo incontrato subito la pioggia del Nord. Giusto il tempo di scattare qualche foto che poi...

 

La spiaggia dell'isola di Romo durante la bassa marea

 

The first camper CI: deceduto

 

 

I protagonisti di questa avventura sono qui ritratti: abbiamo il Banchiere Carletto di spalle, e gli assistenti socio-sanitari Scarabeo e Malta. Allora erano tre imberbi giovanotti ma 30 anni sono molti e vi garantisco che l'attributo più mascolino che li contraddistingue ossia i folti capelli neri sono quasi scomparsi.

Stendiamo un velo pietoso sugli attributi nascosti...

 

 

G.B. Gardin : Gran Bretagna 1973

 

La foto del Berengo Gardin sulla scogliera britannica e molto simile a quella scattata dallo scrivente; qui la macchina è in perfetto accordo cromatico con le condizioni atmosferiche:

 

R. Di Valerio: Isola di Romo 1993

 

 

Buenos che da quelle parti, lì sul mare del Nord, il tempo cambia subitamente e la pioggia se sei fortunato lascia spazio al......vento!

Risalendo la costa si trova il fiordo di Ringkobing dove l'elemento più caratteristico del paesaggio è la brughiera da dove emergono qua e la minuscole casette in legno dipinte di rosso con il tetto di canne. In Val Serena, nella costruzione dei Fojaroi si usa una tecnologia simile, ma invece delle canne visto l'ambiente montano, le coperture sono realizzate con rami di faggio raccolti in agosto al culmine del periodo vegetativo. Uno strato alto cinquanta centimetri evita che l'acqua raggiunga la copertura garantendo così l'impermeabilità del tetto. Le gocce nel loro cammino incontrano le foglie e vengono deviate verso l'esterno.

 

 

 

Sul fiordo di Ringkobing

 

Ancora più a Nord se la memoria non m'inganna, abbiamo deviato verso l'isola di Mors, sulla rupe tarpea di Hanklit dove era possibile prendere il volo esattamente come un gabbiano.

Diciamola tutta la foto di sinistra ripresa in un altro contesto ma sempre in quel viaggio è del Malta....e fu un bel scatto facilitato dall'appetito del volatile acrobata:

 

 

Gabbiano e Malta in volo

 

 

Vento forte ad Hanklit

 

 

Ecco di seguito un documento di inestimabile valore del Carletto:

Hankilit ( fonte archivio Carli )

 

 

E poi con un balzo arrivammo a Skagen dove il Scatarac incontra il Smiategat due mari impronunciabili e qualche gli stessi si scontrano con Scarabix detto il Rosso di chiare origini vichinghe.

Più facile dire che il mare del Nord incontra il Baltico anche se questo fa qualche giro tortuoso attorno alle decine di isole dell'Est della Danimarca.

 

 

Skagen

 

 

Il faro di Skagen

 

 

Cappucetto rosa

 

 

Indubbiamente quella punta è ricca di fascino; le onde provenienti da Ovest si mescolano con quelle dell'Est. La luce poi cambia repentinamente e lo stesso dicasi dei cieli spazzati dal vento:

 

Skagen nella luce del tramonto

 

Lasciamo la punta estrema della Danimarca per scendere più a Sud; il nostro obiettivo è quello di visitare la capitale anche se il tempo a disposizione è poco. Ricordo poco di quella visita; il cambio della guardia è la sequenza di diapositive più corposa anche per gli aspetti comici di quella operetta a fini turistici.

 

 

 

Copenaghen: Castello di Amalienborg

 

 

 

Provocazioni femminili in giaccavento

 

 

 

 

Come dovrebbe risultare chiaro le minorenni femministe in nuce sicure del loro sesso debole e forte allo stesso tempo, osservano in modo provocatorio le povere guardie che dovevano rimanere immobili e impassibili per evitare cazziatoni postumi.

Nulla da eccepire, quei cappelli nordici pesanti e ingombranti sono davvero foto-igenici...pulci a parte.

 

 

 

 

 

Fila per tre - un - due - un due - ve possino...

 

Vicino al porto ricordo che acquistai un grosso maglione bianco da marinaio; chiesi lo sconto ma lì a quanto pare non si usa e dovetti affrontare l'esborso per intero!

Poi puntammo a Nord, verso Helsingor che un piccolo braccio di mare divide dal cugino Helsinborg in territorio swedese.

La tappa che sarebbe poi diventata la più importante di tutto il viaggio, fu la visita al Museo di Arte Moderna Louisiana  poco a Sud di Humlebaek (qui i caratteri danesi dalle vocali intersecantesi sono improponibili ).

 

 

Museo Luisiana: " Uomo che cammina "  di Alberto Giacometti

 

 

Le foto fatte lassù, quelle in bianco e nero, permisero di realizzare tre anni più tardi ossia nel 1996, la prima mostra personale  dello scrivente che ebbe un successo strepitoso per la qualità delle opere in bianco nero esposte dai Domenicani. Le conversioni, più per il terrore della Santa Inquisizione non si contarono!

Indimenticabili i Mobles di Calder  sulla marina affacciata al Baltico.

Nella fortezza di Kronborg poco distante dalla Svezia, dicono che l'Amleto di Secchespire  suicidò di dolore la povera Ofelia preferendole il teschio del giullare:

 

 

Kronborg: essere o non essere...questo è il dilemma !

 

 

Più a Ovest c'è un altro castello; dovrebbe trattarsi di Frederiksborg che qui i Frederik si sprecano e pare siano distribuiti su tutta la Selandia!

 

 

Il castello di Frederiksborg

 

 

 

 

A ribadire quanto dicevasi sopra, la foto che segue fu fatta nei giardini dell Palazzo di Fredensborg residenza estiva dei labili reali danesi:

 

 

Foto di gruppo a Fredensborg

 

 

 

 

Il castello di Fredensborg

 

 

Il nostro tempo sta volgendo al termine e ci spostiamo verso Sud, nell'isola di Mon di cui Carli aveva perso tracce e memoria.

Eppure lo condussi grazie al campero lì sotto i calanchi di Mons Klint come testimonia più di una foto sua privata a quanto pare senza adeguato commento.

 

 

 

I tre diavoli di Mons Klint

 

E per non aver dubbi visto che le diapositive latitavano, ho dato un' occhiata ai negativi in BN; c'erano ovviamente insieme a quelli del Luisiana e li scansionai per ultimi cercando di capire quale delle opzioni del Nikon 4000 ED era opportuno attivare. BN e RGB? Eliminazione polvere o riduzione grana della pellicola? C'è da sbizzarirsi nelle scelte multiple anche se la post-produzione è comunque necessaria visto che il negativo presenta sempre qualche graffio e qualche difetto.

 

 

 

 

Eccolo Mons Klint ...magnifico, specie se ripreso con il favoloso obiettivo Nikon 20mm che giace un po' mesto nella vetrina blindata di casa, montato sulla Nikon FE2 .

 

 

 

Mons Klint: pellicola Ilford FP4 plus 125 Iso

 

 

Dormimmo a stento nel silenzio della laguna non rispettando il codice stradale come usavano e usano tutt'ora i soliti taliani:

 

 

Sull' isola di Mon

 

 

E poi e poi..... ci imbarcammo e dopo l'ultima sosta in Germania e il normale litigio che ne conseguì viste le incomprensioni sugli orari di partenza, sbarcammo vivi e contenti a casa.

Da allora non ci siamo più rivisti per cui questo articolo è una occasione d'oro per ripassare la storia di quell'avventura nordica stando a debita distanza.

 

 

 

 

 

Arrivedorci..... arrivedorci....arrivedorci.....

 

 

P.S.

Merita una nota, l'operazione di scansione delle diapositive del reportage effettuata nel gennaio 2024 ossia dopo 31 anni. L'innominabile proprietario del CoolscanIV ED Nikon, uno scanner professionale per dias e negativi ha depositato questa macchina in naftalina da circa 20 anni.

Il suo PC da tavolo è semidefunto, nel senso che il disco rigido pare morto ma non del tutto e conserva ma cela, l'archivio di diapositive scansionate dal sedicente proprietario nei millenni precedenti.

Lui, il disco rigido, quando viene interpellato una volta all'anno concede al proprietario qualche dias del passato....a singhiozzo.

Quel PC dispone di una presa Fire Wire che non si trova o meglio dire trovava su molti  computer. Acquistai cavi e schede PCI super oriented espress teoricamente adeguate al compito ma il tutto rimase muto: lo scanner  Nikon rimaneva sordo alle richieste di connessione Plug e Play de sti c......!

Chiesi all'Ordoviciano se era possibile intervenire sulla sua macchina ma risoluto mi rispose che il tower sarebbe stato messo nella cassa da morto sopra di lui.

Così mi ruppi le palle, ma la vicenda informatica mi permise di capire (?) qualcosa di più sulla vita obsoleta di queste macchine che dopo pochi anni prendono la via della discarica inquinando il mondo di metalli rari e pesanti.

Maledetta quella volta che mi disfeci dell'antico PC degli anni 2000 che magari montava proprio una scheda Fire Wire!

Chiesi ad altri Giurassici di mia conoscenza, se disponevano di una tale macchina antica ma contemporanea dello scanner e trovai quanto cercato in quel di Porcen nella valle Serena grazie al noto Matematicus Conservatorius Fasolarus.

Colpo di culo si deve dire; nel bellissimo didietro di quel PC Asus dormiente, la presa femmina stava lì eroticamente ad aspettarmi, pardon ad aspettare lo Scanner.

Dopo alterne vicende di accensione e spegnimento utilizzando un disco rigido Ata e non Sata d'epoca, con sistema operativo Windows XP arrivai a far funzionare il baraccone il che assomigliava tutto al miracolo di Lazzaro.

Erano comunque morti il lettore CD e il masterizzatore che ingoiavano e poi sputavano i CD come al tiro al piattello. Fortuna volle che due prese USB esitessero e funzionassero normalmente e tramite esse caricai il software del Nikon che incredibilmente riprese a funzionare dopo gli anni trascorsi in naftalina.

Bella storia che però ebbe presto termine: in pieno orgasmo scansionatico dopo la trentesima dias danese, sullo schermo blu comparve un messaggio inequivocabile:

 

IL SOFTWARE VERRA' INTERROTTO PER SALVARE L'HARDWARE

 

E così fu......anche Lazzarò risorto grazie a Jesus, alla fine morì di nuovo; il virus dell'Ordoviciano si era diffusa fino a Porcen e non ci furono altri miracoli a far ripartire la trita macchina.....spesi 30$ da Elecomp per una improbabile riparazione e come nella logica delle cose neppur si mosse seppur li spesi!

Ma non mi arrendo.....che prima di sborsare 500 euro per un nuovo scanner ....a da passà del tempo quanto quello delle dias scansionate quivi allegate!

 

 

 

 

BRANI MUSICALI

Le diapositive originali sono state utilizzate per realizzare una proiezione in dissolvenza con una coppia di proiettori Zeiss e come tutti i lavori di questo tipo la musica di sottofondo permette di valorizzare ulteriormente le immagini. Allego qui l'album con i brani di accompagnamento:

 

La colonna sonora

 

E' d'obbligo un accenno al brano Mandela Day dei Simple Minds che risale al 1989 e che per la sua valenza politica rimane sempre attuale. Il brano fu scritto come tributo per i 70 anni di Nelson Mandela e fu eseguito l'11 giugno 1988 a Wembley.

<< Se la situazione politica e sociale in Sudafrica e a Belfast da allora è cambiata, violenza, razzismo e di conseguenza anche la guerra che imperversa in mezzo mondo sono sotto gli occhi di tutti; così Mandela Day continua ad aver senso anche se Mandela (1918-2013) è libero. Per questo la suoniamo ancora e non abbiamo bisogno di scrivere altro >>. Così dichiarò alla stampa nel 2010 il frontman del gruppo Jim Kerr .
Paradossalmente Men in a War di Suzanne Vega è il brano che segue come a ribadire che l'umanità è piena di pazzi a piede libero.

 

 

EPILOGO

Cocciuto, chiesi agli esperti in loco, di procurarmi un' altra macchina obsoleta ma funzionante, dove installare software e scheda opportuni. Mi ritrovai alfine un tower riciclato più potente dei computer con cui normalmente lavoro con un disco SSD da 500 Gbyte che basterà fino alla mia speriamo lontana dipartita.

L'esborso non fu modesto ma pari ad altri 210$, cifra comunque compatibile con le potenzialità della macchina. Installando le ultime versioni di Windows ( non adatte allo scanner) avrei comunque a disposizione un compuetr velocissimo e bastevole per quelle che sono le mie esigenze presenti e future.

Per intanto lo scanner Nikon ED 4000 è tornato agli antichi splendori e quivi giacciono altre immagini scansionate di fresco.

Riciclare ! Questo è l'imperativo dei miseri tempi moderni della sostenibilità virtuale; pare che questa pratica sia quella seguita dalla ditta a cui mi sono rivolto.

Esposti in vetrina ci sono PC di tutti i tipi: rivisti, corretti e disponibili per chi ha un budget ed esigenze contenuti.....bene così!

 

Febbraio 2024

 

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