TORRAGGIO-PIETRAVECCHIA

 

 

 

 

 

Visto che ci troviamo nell'estremo ponente ligure ( Giardini Handbury ) è il caso di aprofittarne a dare uno sguardo all'interno della provincia d'Imperia.

Lasciata Ventimiglia ci dirigiamo verso Nord lungo la S.P.65 superiamo il borgo medioevale di Dolceacqua e arriviamo infine a quello altrettanto caratteristico di Pigna, famoso per i fagioli omonimi, bianchi e tondi. L'Homo Matematicus Decet di Porcen proverà a coltivarli nelle terre feltrine per vedere cosa ne uscirà....il nuovo ibrido decettospignaticus....ossia da pignatta!

Un buon ristorante con possibilità di pernottamento ci ospita prima dell'escursione-incursione nel Parco delle Alpi Liguri, leggi gruppo Torraggio-Pietravecchia.

 

 

Il borgo di Pigna

 

A un centinaio di metri dal ristorante c'è una chiesa che tra poco sarà un rudere. All'incuria non c'è freno e i soliti teppisti per non dire di peggio hanno spaccato tutto.

 

 

Ex chiesa di Maria Santissima di lago Pigo

 

Rimangono sconsolati i due capitelli romanici del portone d'ingresso ma ancora per poco.....

 

 

 

 

Sarebbe invece il caso di togliere dalle palle il cartello che parlava di un ormai antico progetto, il restauro dei sentieri " natura e ricordi " che collegavano i vari paesi della cosidetta comunità (???)...ricordi, tanti ricordi....solo ricordi...

Mi sono premurato di mandare una mail ai comuni in oggetto per riferire se volevano un centinaio di euro per chiudere porte e finestre con delle grate in ferro...ovviamente nessuna risposta...strano i liguri - genovesi noti commercianti e affaristi...probabilmente sono scomparsi anche loro....

In compenso il comune, la provincia, la regione o chi per loro ha lasciato costruire un gigantesco complesso termale, già fallito in partenza e dunque ovviamento chiuso che ha captato il denaro pubblico per essere edificato e pure le sorgenti minerali che ora non sono più utilizzabili da nessuno.....ie piasse un colpo a sta banda de governanti paraculo!!

 

 

 

 

Dopo Pigna la strada si fa alquanto stretta e pericolosa, non mancano i sassi sulla careggiata e bei burroni a destra e manca. Il paesaggio è davvero aspro e selvaggio, i lupi da queste parti interagiscono ben poco con gli uomini, se non nell'attraversamento delle strade. Poche le case anche se l'ulivo si spinge davvero in alto a ricordare che queste terre  nei secoli passati erano state coltivate con fatica e sudore.

 

 

Castelvittorio..a destra in basso la chiesa abbandonata

 

 

Deviamo per il Colle Melosa per raggiungere il Rif.Allavena. I gestori sono allo stremo, turisti zero e un C.A.I. che a quanto pare è un esattore delle tasse che non tiene in alcun conto dei ricavi.

La cartina mostra i sentieri della zona di confine tra Italia e Francia. Ci siamo limitati a percorrere la forestale fino al Rif.Grai (chiuso) per poi scendere lungo il sentiero che solca i prati.

 

 

 

 

Diciamo subito che la siccità ha imperversato da queste parti già a partire da aprile e non vorrei dire una stupidaggine ma la neve nell' inverno appena trascorso non è neppure caduta esattamente come da noi in Alto Adige. Se di fioritura si può parlare non è certo avvenuta a luglio ossia quando ho visitato la zona, ciò non di meno qualche bel fiore l'ho potuto fotografare.

Incominciamo con il cardo spinosissimo che a quanto mi hanno riferito gli esperti botanici di Actaplantarum è piuttosto litigioso:

 

Carduus litigiosus Nocca & Balb. subsp. litigiosus

 

Lì intorno, sulle centauree le farfalle Parnassius Apollo la specie europea più grande, succhiano avidamente il nettare:

 

 

 

 

Sulle rocce lungo il sentiero c'è la lavanda specie unica e endemica della Liguria:

 

 

Lavandula latifolia Medik

 

Poi si osserva qualche sassifraga dalle notevoli dimensioni; le foglie presentano le caratteristiche ghiandole calcaree:

 

 

Saxifraga callosa

 

Partorito direttamente dalla pietra è l'iperico:

 

 

Hypericum coris L.

 

 

Altro fiore giallo con foglie di un delicato verde vellutato è il geracio:

 

 

Hieracium tomentosum L.

 

Uno sguardo verso Sud - Ovest verso la Pietravecchia; il sentiero degli Alpini passa su quelle rocce scoscese e non è particolarmente rassicurante:

 

 

 

 

Lo spartiacque è immerso nella nebbia e sul confine tra Francia e Italia a cui sono totalmente indifferenti, pascolano delle candide mucche:

 

 

 

 

Il fiore viola è l'epilobio:

 

 

Epilobium angustifolium

 

Tra le crassulace ecco il sedum e il semprevivo:

 

 

                                                            Sedum rupestre L.                                                                                                                          Sempervivum tectorum

 

 

C'è anche una ombrellifera con le foglie alquanto seghettate:

 

 

Laserpitium siler L.

 

 

Dopo una breve sosta al Rif.Grai un posto spettrale e abbastanza squallido dove si respira un'aria di abbandono, prendiamo la scorciatoia che ci riporta al punto di partenza. Il sentiero passa vicino alla cresta da cui si osserva la valle che sale a sinistra verso Realdo, Verdeggia e il M.te Saccarello:

 

 

 

 

Osserviamo altre specie come il garofano:

 

 

Dianthus pavonius Tausch

 

 

E un bellissimo bonsai naturale di cui ho difficoltà a individuare la specie:

 

 

 

 

Finalmente un incontro davvero speciale per chi proviene da Oriente: il Giglio Pomponium! Un po' sfiorito a dir la verità....ma meglio che niente!

 

 

Giglio pomponium

 

L' esemplare che segue è più in forma:

 

 

Giglio pomponium

 

 

E in questa immagine è possibile notare la caratteristica chioma fogliare:

 

 

 

 

 

Insomma luglio non è proprio il mese più indicato per una escursione sulle Alpi Merittime ma non lamentiamoci che c'è sempre qualche sorpresa per chi si mette in cammino.

 

 

Il colle Melosa e la diga di Tenarda

 

 

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