ANNO 2023 (in progress)
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EBIKE TOUR | ANNO 2023 | ||||||
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N. | DATA | TOUR | PARTENZA | ARRIVO | DIST. (A/R) km | DISL. TOT. m |
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1 | 17/05/23 | LUPICINO - PRATI KOHL | SAN GIACOMO | LUPICINO | 40 | 1320 |
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2 | 07/06/23 | GAIDO | SAN GIACOMO | GAIDO | 50 | 990 |
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3 | 09/06/23 | PASSO MENDOLA | SAN GIACOMO | PASSO MENDOLA | 68 | 1420 |
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4 | 11/06(23 | SALORNO | SAN GIACOMO | SALORNO | 60 | / |
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5 | 14/06/23 | MELTINA | SAN GIACOMO | MELTINA | 54 | 1400 |
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6 | 19/06/23 | VAL NUVOLA | LAMON | GROTTE DI CASTEL TESINO | 45 | 1380 |
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7 | 24/06/23 | MALGA LAAB | SEIT – RECHTEBNER | MALGA LAAB | 58 | 1900 |
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8 | 26/06/23 | SARENTINO | SARENTINO | RIF.MERANO | 28 | 1000 | |
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9 | 18/07/23 | ALPE DI SIUSI | CASTELROTTO | RIF.MOLIGNON | 37 | 1400 | |
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10 | 28/07/23 | MALGA SADOLE | CASCATA (CAVALESE) | MALGA SADOLE | 37 | 1060 | |
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11 | 02/08/23 | PASSO DELLO STELVIO | PRATO ALLO STELVIO | PASSO DELLO STELVIO | 53 | 1840 | |
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12 | 09/08/23 | PASSO MANGHEN | MOLINA DI FIEMME | PASSO MANGHEN | 31 | 1160 | |
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13 | 07/09/23 | PASSO SELLA | PREDAZZO | PASSO SELLA | 70 | 1320 | |
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14 | 09/09/23 | MONTE CORNO | MOLINI DI TRODENA | LAGO NERO | 26 | 1100 | |
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15 | 20/09/23 | SEMONZO - MONTE GRAPPA | SEMONZO | RIF.BASSANO | 40 | 1520 | ||
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TOTALE | 697 | 18810 |
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TOUR " LUPICINO - PRATI DEL COLLE "
Gita classica di inizio stagione; diciamola tutta una bruttissima stagione dove, dopo sei mesi di siccità è seguita un'alluvione disastrosa che ha distrutto mezza Emilia Romagna. In montagna si è ripresentata la neve con gran gioia dei maniaci dello sci alpino che devono sciare per forza anche sullo Stelvio d'estate che è consigliato dalla guida delle giovani marmotte.
Per quanto riguarda il percorso si segue la strada per Monte Largo che si imbocca sulla sinistra all'inizio della Vallarsa. Salita ripida e impegnativa, inizialmente su asfalto. Successivamente su buon sterrato fino al ristorante Lupicino dove d'inverno, neve permettendo è possibile inforcare gli sci da fondo, disciplina che preferisco alla precedente. Superato il piccolo ristorante a conduzione familiare, meta di innumerevoi gite a piedi, dall'altra parte della valle inizia un tratto asfaltato in leggera salita che termina all'ultimo maso posto alle pendici di Monte Cervo. Si prosegue in direzione Ovest giungendo alla torbiera " Totes Moos " posta a circa 1400m. di altitudine. Ancora una breve salita per giungere al passo coincidente con il punto più alto del percorso (m.1527) da cui si scende all'albergo Schneiderwiesen.
Da qui nuovamente su asfalto si scende velocemente alla Costa-Seit e poi a Pineta di Laives e quindi a San Giacomo. Giro di circa 40 km con 1300m. di dislivello.
Belli come sempre i panorami sia sul Catinaccio-Latemar e Corni vari imbiancati dalle recenti nevicate.
In modalità " Tour " si consuma più del 60% dell' energia disponibile dalla batteria.
Lupicino e Schneiderwiesen con i relativi panorami sulle Dolomite e la valle dell'Adige
TOUR " GAIDO "
Finito maggio con tempo ancora incerto è stato possibile inforcare nuovamente la Ebike stando comunque attenti alle previsioni meteorologiche che da quelle parti ricordo un temporale ed un conseguente bagno indesiderato ad immersione totale. La salita a Gaido piccolo borgo con chiesetta posto sotto la mole minacciosa del Macaion, prevede di raggiungere prima Appiano lungo la ciclabile, poi Predonico per proseguire sempre su asfalto e in leggera salita lungo il fianco della montagna appena menzionata. Siamo intorno ai 950 m. di quota che devono essere superati per imboccare il sentiero n.6 che permette di scendere a Nalles. Discesa non del tutto agevole ma comunque possibile, dapprima su sentiero stretto e poi su sterrato con fondo un po' sassoso a diedri irregolari di porfido.
Da Nalles una strada secondaria conduce ad Andriano e poi a Riva di Sotto. Si riprende la ciclabile a Frangarto chiudendo così il giro. Prezzi rincarati; ad Andriano in un ridente ristorante un panino piccolo con Speck & Cetriolo e birra da 0.22l li paghi 7 Euri ossia 14.000 gloriose lire dei tempi cenozoici.
Minchia sta inflazione!
Gaido e i castelli di Nalles
TOUR " PASSO MENDOLA "
Due giorni dopo eccoci di nuovo in bicicletta sui tornanti della Mendola in compagnia del noto allestitore di furgoni tal Maltau che lavora notoriamente in nero.
In cima al passo ci aspetta invece l'Ing. Covi di Seio noto cementificatore della Val di Non.
Conosciuto alla fine del Creataceo ( e quindi durante l'estinzione dei dinosauri tutt'ora in corso ) in quel di Povo abbiamo tenuto un rapporto messaggistico limitato ma essenziale per cui una o due volte all'anno ci incontriamo a BZ o su dalle sue parti.
In modalità " Tour " la velocità di crocera sulla prima parte del percorso era di circa 16,5 km/h, scesa a 15 nel tratto finale. Con una sosta di 10 min. a Matschatsch (m.900) nome come al solito impronunciabile, partiti da Compostela alle 9,38 siamo giunti all'appuntamento alle 11,30. Dunque 1 ora e 45 min. il tempo impiegato per percorrere circa 30 km.
Numerose le bestemmie pronunciate lungo la via in onore ai motociclisti tutti germanici che si esercitano lungo i passi tirolesi. Buono che al ritorno s'è vista una camionetta della polizia che fermava una frazione trascurabile di quei rompicoglioni inquinatori assordanti nonchè provetti agostiniani dei tempi remoti.
Pranzo all'albergo " Paradiso " che causa l'indomito Ingegnere muscolare è stato raggiunto a fatica lungo un sentiero non proprio consigliabile. Dovevamo salire alle Regole ma la deviazione casuale ha influito sulla tabella di marcia.
Pollo ai ferri con patate arroste e birra piccola ed ecco sganciati 18 euro al ristoratore.
La pace sia con lui e con il nostro portafoglio.
Passo della Mendola (m.1363): Panorami e Memorie
TOUR " SALORNO "
Seconda domenica di giugno: alla mattina il tempo è perfetto e non una nuvola solca il cielo...approfittiamone che nel pomeriggio....
E' il " Corpus Domini " coincidente con la giornata degli attentati del 1961 in cui furono abbattutti una quarantina di tralicci che provocarono il blackout in buona parte dell'Alto Adige. Le cose oggi vanno sicuramente meglio che la minoranza sudtirolese ha ottenuto piena autonomia. Sulle scelte politiche attuali ci sarebbe molto da dire specie per quelle cosidette " sostenibili " che alberghi e funivie spuntano come funghi e la cementificazione procede.
Tornando al " Tour " ho inforcato stavolta la mtb e fatto uso della sola forza muscolare imitando l'indomito professionista Scarabatto.
Era un po' di tempo che non raggiungevo i confini della provincia per cui ho diretto le ruote verso Salorno. Ho girato con la bike al seguito per le vie del paese dove numerose sono le vecchie ed eleganti case d'epoca dai larghi portoni.
Irrangiungibile è l'incredibile castello che quasi si confonde con le rocce che lo sovrastano, mentre a portata di bici è la cascata del rio Tigia.
In piazza gli Schutzen si esibivano col moschetto, nostalgici dell'Hofer e dei tempi ormai andati.
Lungo il ritorno fino a Laghetti ho seguito la strada di campagna sotto l'abitato di Pochi, quella che conduce a Baita Garba nota per le trote fritte salmonate.
Poi ho ripreso la ciclabile e con il vento in poppa che già spira dal Garda verso mezzogiorno, alla bella velocità di 27 - 28 km/h mi sono fiondato alla festa campestre parrocchiale di Compostela.
Nelle note che riguardano il vitto mi par giusto dire che con 9 Euri ho bevuto una birra da 0.33l con hamburger, polenta fagioli di contorno.
Prezzo imbattibile. W gli alpini!
Bassa Atesina al Corpus Domini
TOUR " MELTINA "
Salita molto impegnativa quella che da Terlano conduce a Meltina. Un'autostrada lunga circa 12 km di cui i primi 6 km con pendenze superiori al 10% e punte al 15 %.
Poco prima della frazione di Frassineto, la strada spiana per poi risalire nel tratto tra Meltina e il parcheggio per Lavena.
Lavena (m. 1527) coincide con il punto più alto del percorso raggiunto intorno alle 12.30 dopo alcune soste per fotografare quanto visto lungo la via.
A Meltina c'è un piccolo spazio che raccoglie alcuni fossili specie quelli di piante inglobate nell'arenaria della Val Gardena che affiora in tutto l'altipiano.
Dopo le grandi eruzioni vulcaniche del permiano che portarono alla formazione della piattaforma porfirica atesina iniziò la lenta e continua erosione di queste rocce che formarono poi un deposito alluvionale di sabbie tra 265 e 255 milioni di anni fa.
Dal parcheggio per Langfenn a San Genesio si percorre la ciclabile in terra battuta dell'altopiano del Salto, luogo ameno con i prati a larice e l'erba ancora alta.
Se all'andata si fatica molto, il ritorno è una lunga e veloce discesa. Qualche rischio lo si corre percorrendo la strada che scende fino a Bolzano a causa delle gallerie a spirale necessarie per superare il notevole dislivello, specie quello del rio Fago.
I tempi indicati da Koomot sono più lunghi di quelli effettivi perchè fanno riferimento alla MTB e non alla Ebike. Salivo a circa 13 Km/h per cui la media è sicuramente superiore a quanto riportato nei dettagli. Con modalità " Tour " ho consumato il 62% di batteria.
Per la cronaca il solito panino con birra piccola consumato a Lavena costava 7,20 euro. di cui 2,20 per la birra; nessuno sconto per ebiker e consimili.
Meltina e l'altopiano del Salto
TOUR " VAL NUVOLA "
Eccoci finalmente dalle parti di Caupo con la ebike al seguito. Lamon patria del fagiolo superborlotto da 20 Euro al kg di lontana memoria che oggi c'è l'inflazione, dista una decina di chilometri dalla Guizza. Il trasferimento in macchina è quasi d'obbligo che non è chiaro se è possibile bypassare con la bici, le gallerie che conducono al Primiero attraveso la valle dello Schener - Cismon.
Da Lamon si sale a Le Ei nome strano come altri da queste parti. La qual cosa potremo approfondirla in un capitolo a parte dedicato ai dintorni del Coppolo, la montagna dalla forma caratteristica allungata che chuide l'orizzonte Nord da queste parti.
A Le Ei( m.1253) c'è l'albergo " Al Taiol " della Alina dove abbiamo trascorso due notti durante i primi di maggio. ottimo il vitto e pure l'alloggio.
E' il punto di partenza per l'ascesa alquanto ripida al Coppolo con l'opzione sentiero normale o ferrata anzi due. Acqua e nebbia non ci hanno permesso di raggiungere la cima ma ci riproveremo, magari in autunno.
Si sale ancora un poco, una ventina di metri per poi scollinare e scendere a San Donato, un paese ai confini del mondo si potrebbe dire. Qualcuno ci abita specie d'estate ma i collegamenti sono problematici che la strada principale è a senso unico alternato e incrociare il pulman di linea può trasformarsi in una tragedia stante i baratri che lambiscono la strada.
S'imbocca poi la Val Nuvola nome poetico, come la piccola località che s'incontra lungo la strada sterrata costruita probabilmente durante la Prima Guerra Mondiale.
In fondo alla valle ci sono due possibilità: girare a sinistra verso le Grotte di Castel Tesino o salire nella forcella tra Monte Agaro e Coppolo per raggiungere il Broccon. In queso caso il dislivello è di altri 700 m e conviene allora evitare la salita a Le Ei.
Si passa dunque dall'altra parte della valle, difronte a Nuvola e San Donato fino a giungere alla piccola frazione di Coronini. Siamo in Trentino cosa abbastanza strana visto che torrenti e ruscelli scendono verso il lago di Senaiga sotto Lamon, dopo aver scavato una profonda forra. La frazione di Roa mi ha dato una cattiva impressione stante la trascuratezza e l'abbandono che di solito non è una nota caratteristica del territorio trentino.
Si cala ancora nel fondo valle per raggiungere le piccole frazioni di Lamon e risalire poi al punto di partenza a quota m.494.
Giro spettacolare tra boschi e borghi poco frequentati: ciclisti nessuno fino a Castel Tesino. Per quanto riguarda le auto devono fermarsi obbligatoriamente a Nuvola e si ritrovano a Coronini. La salita a Le Ei di 10 km, non era particolarmente impegnativa. L'autonomia relativa alla batteria a fine tour era del 46%.
Tra Trentino e Veneto
TOUR " MALGA LAAB "
Partenza da Seit - Rechtebner per evitare un dislivello eccessivo viste le quote raggiunte. A giro concluso l'energia della batteria residua era del 23% Salire a Capanna Nuova o addirittura agli Occlini, avrebbe comportato un serio rischio: quello di spingere la eBike da Lupicino al passo che sovrasta Schneiderwiesen.
Meglio non esagerare dunque e portarsi con la macchina ad una quota più alta.
Ho effettuato due varianti durante il ritorno; la prima è stata quella di scendere a Pietralba - Monte San Pietro e raggiungere nuovamente Nova Ponente, la seconda di seguire la strada per Unterkaplun ed evitare quindi la salita verso Lupicino. Come si divede il dislivello totale è ben superiore alla differenza di quota tra la Malga posta a circa 1660m. e il Seit a 730m. La differenza sarebbe stata meno di 1000m ma durante il percorso ci sono molti sali e scendi.
Impegnativo il tratto tra Nova Ponente e Malga Laab ai piedi del Daumberg: le pendenze raggiungono il 18%. Bisogna fare poi attenzione al ghiaino nella discesa verso Pietralba specie all'inizio.
Il vecchio albergo Daum dove in tempi ormai remoti ho pranzato più di una volta è diventato un resort stellato visibile anche dalla strada provinciale che collega Monte San Pietro a Nova Ponente. I panorami al solito spaziano da quelli dolomitici con Catinaccio, Latemar e Corno Bianco ai ghiacciai lontani del Cevedale visibili oltre la catena del Penegal-Roen.
L'altipiano di Nova Ponente
TOUR " SARENTINO "
Il paese di Sarentino si raggiunge facilmente da Bolzano stante le numerose gallerie che hanno accorciato notevolmente la distanza spazio-temporale dal capoluogo.
Poco a Nord del paese parte a sinistra una strada asfaltata che s'inerpica verso il Mittager e la conca di Merano 2000 percorsa a suo tempo a piedi (2018) quando la Ebike da intendersi la mia manco esisteva ( Sul Kreuzjochl ). Sono circa 14 km di salita con pendenza media superiore al 10% e dunque abbastanza impegnativi anche per i simbionti elettrici. Si raggiungono dapprima i masi più in alto circondati da campi spesso " verticali " in cui a giugno, con gran doti di equilibrio i contadini falciano l'erba.
In prossimità della malga Ottenbacher il bosco lascia spazio ai pascoli dove le vacche bruno alpine sono state soppiantate da cugini pelosi dalle lunghe corna di cui mi è difficile indovinare la razza. Si tratta probabilmente di Yak.
Alle ore 13.00 abbiamo raggiunto la selletta posta a quota 1969 m. aldisotto della quale a poche decine di metri c'è il Rif. Merano affollato da bipedi provenienti da tutta Europa.
Il dibattito sul turismo totale è attuale e le conseguenze sono per dirne solo due l'aumento dei prezzi di vitto e alloggio e la carenza di appartamenti e stanze ad uso convenzionale. Al che gli studenti anche nelle medie città come Bolzano e Trento devono attrezzarsi con le tende.
Fatto dietrofront per l'impossibilità di trovare un tavolo, abbiamo pranzato panini alla mano all'Ottenbacher dove il radler è già in bottiglia che non lo fanno più secondo tradizione. Alle ore 14.30 discesa velocissima sullo stesso itinerario dell'andata e rientro a Sarentino non senza qualche bel scatto su masi, campi e affini.
Pascoli e prati verso il Mittager
TOUR " ALPE DI SIUSI "
Martedì 18 luglio l'appuntamento è alla funivia del Colle. Alla guida della Jepp Rinnegata la cui temperatura interna era pari a 0°C c'è il super tecnico oriundo Zesar Felipe. Caricata la ebike dello scrivente abbiamo trasvolato fino a Castelrut con l'obiettivo di compiere un giro circolare che ci avrebbe portato dapprima
al Rif. Molignon (m.2054) e poi sulla via del ritorno al Monte Piz per una discesa fino a Bulla paese affacciato sulla Val Gardena.
Da lì siamo risaliti fino a Passo Pinei (m.1437) e successivamente scesi in picchiata fino al punto di partenza. Il PC di bordo del Felipe segnava un totale di 37 km.
Mentre il Zesar secondo quanto riporta il video da lui realizzato con attrezzatura GPS GPX GRAN PRIX.....raggiungeva la velocità di circa 60 km/h, il sottoscritto superava quella del suono locale pari a 73 km/h con gran disappunto dei parenti ignari ma contemporaneamente consci del pericolo che incombeva sul biker anziano.
La chiusura parziale al traffico automobilistico ( ghera comunque trattori e auto VIP ) dopo le ore 9.00, permette ai ciclisti di affrontare la salita fino al Compatsch (m.1860) con una certa tranquillità. Il parcheggio, dove il cognato pochi giorni prima staccava un assegno da 24 Euri dista da Castelrotto 12 km. Noi abbiamo evitato di staccare il medesimo assegno partendo da più in basso....pare che il costo della funivia sia altrettanto salato!
La parte più bella del Tour è quella che percorre l'altopiano circondato da vette note a tutti: Punta Santner a Sud-Ovest, i Denti di Terrarossa a Sud e il Sasso Piatto e Sassolungo a Est. Chiude il panorama a Nord la Bullaccia che abbiamo aggirato scendendo a Bulla e raggiungendo il Passo Pinei.
Sosta con birra media a malga Edelweiss (m.2054) che fa affari d'oro con tutti i turisti ebiker e non che salgono da quelle parti.
Il nuovo laghetto presente ai piedi della malga, suggerisce che durante il periodo invernale l'acqua ivi accumulata sarà impiegata per l'innevamento artificiale.
Da queste parti il turismo invernale la fa da padrone e per la materia prima si scaveranno pure i pozzi non artesiani.
L'altipiano di Siusi era noto in passato per la ricchezza della flora; a causa dell'intensa concimazione dei prati, i fiori si trovano solo a ridosso dei sentieri e in qualche valletta sperduta. Un'occhiata fuggevole mi ha premesso di riconoscere l'arnica, la centaura nervosa con i grandi fiori viola, la porcellina ispida gialla con un unico fiore e il garofano a pennacchio, bianco rosato con i petali sfrangiati. Ma ovviamente c'erano sicuramente altre specie botaniche.
La quota massima del percorso pari a m.2068 si raggiunge poco prima del Rif.Molignon; da qui con una discesa ripida su sterrato ove bisogna porre notevole attenzione si raggiunge Saltria 400 m. più in basso.
Ripreso l'asfalto si risale al Ritsch appartenete oramai ai ricordi di gioventù ( sulla gran Palù si sciava da giovani quando era possibile arrivarci in macchina ) e poco più avanti si svolta a destra per scendere a Bulla e in Val Gardena.
In questo giro il Felipe ha usato il programma Tour, lo stesso dello scrivente che dispone però di una batteria più potente. Non mi pare ci siano stati problemi relativi all'autonomia della batteria. Bono che i Giordà era insediato dai Conti Svizzeri che lui con l'Eco l'avrebbero dato per disperso anche urlando a pieni polmoni.
Per concludere questa esperienze entusiasmante a Castelrotto ho salutato il tecnico che ha ripreso l'auto ed è corso a casa dove la moglie lo aspettava col mattarello in mano e sono sceso fino a Compostela con la bici. Nessuna fatica visto che tutto il percorso fino a Prato Isarco è in discesa. Dunque con altri 30 km ho raggiunto Santiago.
L'analisi attenta dei grafici di altitudine e velocità allegati porta alle seguenti conclusioni:
La salita è lunga circa 15 km
Zesar si fermava spesso a resettare il sistema GPS perchè si era perduto anche se all'alpe non si perde neanche un bambino come recita Dalla e dunque era spesso fermo
La massima velocità in discesa è stata raggiunta nella discesa da Bulla dentro il tunnel.....un brivido mi percorre ancora la schiena!
Mappa e grafici del Zesar Felipe
I paesaggi dell'Alpe di Siusi
Fioriture dell'Alpe
TOUR " MALGA SADOLE "
Visto che l'anno scorso sono salito a piedi sul Cauriol partendo dal Rif. Refavaie nel Vanoi e quindi dalla parte Sud della catena del Lagorai, mi sono proposto di dare un'occhiata alla stessa zona dal lato " austroungarico " ossia dalla Val di Fiemme. L'escursione con la Ebike per forza di cose deve però fermarsi lì dove le strade forestali si trasformano in ripidi sentieri.
E così con il cellulare in spalla son partito da Cascata ai piedi di Castello di Fiemme per l'opportuno riscaldamento lungo la ciclabile della Val di Fiemme e sono arrivato a Ziano, diciamo in un batter di ciglia. Da Ziano parte la strada per Sadole o per il Rif. Cauriol per meglio capirci.
Il grande biker Scarabun intervistato sul percorso, mi rammentava che le sue cartoline-documento registravano una salita con mezzi muscolari nel lontano 2007 con al seguito pure il Patauno. Dunque sono stato sicuramente assente da quei luoghi da oltre una quindicina di anni e mi sono del tutto dimenticato della pendenza con cui la strada s'inerpica nella valle.
Infatti ho fatto una gran fatica all'inizio della salita pure con la Ebike usando al solito il programma " Tour " il giusto compromesso per il pensionato attivo.
Koomot come da manuale indica che i primi 3km di asfalto superano di gran lunga il 15% di pendenza con punte del 18%.
Breve sosta per capire che non era il caso di spingere a 13 km/h ma di impostare il rudino 46, rifiatare e pedalare a meno di 10 km/h per non subire traumi di sorta.
Raggiunto lo sterrato le pendenze calano, grazie alla presenza dei numerosi tornanti e alle ore 12.30 ho raggiunto malga Sadole (m.1600).
Durante la breve sosta ho avuto un interessante colloquio con due italiani e relativa prole fuoriusciti dal paese di pazzi dove abito e residenti in Belgio da più di una decina di anni. Lei è impiegata nel Parlamento Europeo dove tutto quello che ruota intorno alla politica da lavoro a decine di migliaia di persone.
(La considerazione è lecita: ma quante persone manteniamo noi mortali nel cloud delle scartoffie che come sappiamo con l'energia pulita ha poco a che fare? )
Lui abruzzese guarda caso della provincia di Chieti dove ha avuto i natali mio padre, si occupa di energie alternative.....e speriamo con successo che qui tra alluvioni e incendi ne usciamo morti a breve scadenza.
Si parla di Marcinelle e Charleroy dove risiedono alcuni miei parenti, si parla delle Fiandre e delle Vallonia. La prima è la zona ricca odierna, la seconda più a Sud lo è stata al tempo delle miniere e dei relativi morti e sepolti che ivi lavoravano.
(Preciso che mio zio si è beccato la silicosi e mio nonno ha perso numerose dita della mano schiacciate dal carrello per il trasporto del carbone).
Il ricercatore Belga mi dice che anche oggi specialmente a Bruxelles, l'immigrazione di italiani è continua ma questa non è certo una novità visti gli stipendi che girano nella patria dei ladroni.
Il Belgio che di fatto è uno stato federale e di cui parlano sempre male i giornali < taliani > specie perchè in passato non aveva un governo, tra le altre cose riconosce ai lavoratori i costi dovuti all'inflazione.
A fine anno i dipendenti pubblici e non hanno in busta paga quello che invece si mettono in tasca e lautamente i nostri parlamentari e affini.... gli altri se la pigliano in canna...come recita il proverbio abruzzese.
Non parliamo poi degli stipendi....lassù la vita sarà ben più cara ma il cameriere incassa 4000 Euri.....vaglielo a dì a Compo e ai suoi amici albergatori tirolensis del turismo fuori controllo che ha come effetto primario la scarsità di alloggi e la crescita dei prezzi per tutti i residenti. E inoltre il personale latita proprio per gli stipendi da fame.
Unica nota positiva: se gli italo - belgi sono qui è perchè la montagna e i suoi paesaggi almeno quelli conservati, fanno la differenza e non posso dargli torto.
Guarda caso in quella stessa settimana è intervenuto proprio un italo-belga per sottolineare quanto scritto sopra; sembrava fosse il mio ineterlocutore di Malga Sadole. Il tema è stato poi affrontato a < Tutta la Città Ne Parla > sempre su Radio 3. Ho notato che gli esperti hanno sottolineato solo il fatto che la scala mobile belga può produrre nuova inflazione. Dunque per loro è da abolire come è stato fatto in Italia e i poveracci debbono stringere la cinghia.
Nessuno ha sottolineato il fatto che gli stipendi a Nord delle Alpi sono in ogni caso più alti e guarda caso in quei paesi esiste una nuova immigrazione anche non qualificata.
Il nostro è il paese di Disneyland governato da una gerontocrazia che guarda ai giovani con fastidio.
Mappa del percorso
Dopo che il genitore belga s'è allontanato per venire in soccorso alla moglie lasciata sola con i pargoli plurilingui, ho inforcato nuovamente la Ebike per vedere se era possibile risalire la valle, anche perchè il Cauriol dal rifugio non si vede affatto nascosto com'è dal Cardinal.
Il fondo stradale dopo Malga Sadole è piuttosto sconnesso ma sta di fatto che sono salito fino al Baito del Marino 200 metri più in alto. Da lì a piedi in 45 min. si potrebbe raggiungere Passo Sadole ma con la bike al seguito la gita viene rinviata ad un prossimo futuro.
Sulla via del ritorno alcune tavole esplicative ricordano che in quel di Ziano era piazzato uno Skoda da 30,5 cm del peso di 20 ton con gittata di 11km e proietti da quasi 400 Kg che sparava direttamente sulle postazioni italiane del Cauriol senza vedere il bersaglio e ben nascosto ai nemici.
Le vedette austriache del Sadole dopo qualche cannonata amica telefonavano in basso agli artiglieri perchè correggessero mira.
Guerra di ieri e guerra di oggi....nulla è cambiato; il cervello è sempre quello dell'uomo di Neanderthal.
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Predazzo il bostrico e la Val Sadole con i cimeli di guerra
TOUR " PASSO DELLO STELVIO BIS "
Come la storia racconta nel 2020 salii a Cima Coppi in compagnia di tre telecomici. El Gaspare uno dei magi distrusse a quei tempi la batteria da 500 Wh e fu costretto al ritiro insieme al Felipe l'altro magio che suo malgrado lo accompagnava in auto. L'anno scorso il tempo fu proibitivo, quasi come quest'anno e l'impresa fu rinviata al 2023 ed dunque rieccoci qui. Il terzo re magio tal Giordà è stato sospeso a quanto si dice in giro, per doping da < pastaziutta > e nella squadra è subentrato Josep.
Dunque i re magi Gaspare, Felipe e Josep erano in corsa, tutti con la batteria sottodimensionata. Colti dall'ansia di non arrivare a baita, hanno dovuto affrontare una seduta parapsicologica dal Freud redivivo che guarda caso passava le vacanze dal Thoni Gustav che allora non era nato. Ma si sa esiste la realtà virtuale....
Targa commemorativa
La visita durata circa 45 min. ha permesso anche la ricarica parziale delle batterie dei tre atleti stagionati. Dico parziale perchè per dovere di cronaca il Gaspare non si era portato meco il caricabatterie.
<< Ciaveva la borsa piena de roba, banane e ricostituenti ma il carica batteria se ne stava nella garagia in attesa di tempi più consoni, si presume quelli futuri della spedizione al Grande Campanaro >>.
Io molto più ricco di loro e disponendo della 625 Wh ho aprofittato per dare una occhiata al piccolo museo dedicato al parco dello Stelvio.
Nel bel mezzo del video in lingua taliana una turista todesca ha premuto il testo del cambio lingua, alche stavo per dare inizio alla terza guerra mondiale che tanto lì, già avevano combattuto la prima. Rivedere tutto da capo? Impossibile! Te possino...
Trascorsi i tempi di visita i tre spergiuri avevano promesso di passare al programma Tour ma inforcata la bici li ho attesi una ventina di minuti in località Sottostelvio (m.2189). Ivi me magnai er panino cor caciocavallo e inforcai di nuovo la bici per gli ultimi 5 km circa, lì dove i tornanti si seguono fitti e pare non finiscano più.
Ma eccoli spuntare dal tornante i tre re magi per cui come fotografo professionista lì ho immortalati per l'ennesima volta.
Le foto private non sono pubblicabili sul web causa lo stato incongruo dei protagonisti.
Nuova promessa riguardo al programma bike innestato...partenza e ......li ho aspettati altri 15 minuti a Cima Coppi pur pedalando io medesimo con il programma Eco.
Pare avessero spento il motore per risparmiare ed emulare il grande Giordà indomito scalatore scomparso qui nel 2020.
Comunque ci siamo ritrovati vivi davanti al monumento del grande Coppi e con birra e pizzoccheri la compagnia ha ripreso il naturale colorito dei post-sessantenni.
Dopo le analisi del sangue anche dell'impresa e le fotografie di rito la squadra si è divisa; io sono sceso dalla stessa parte mentre i magi hanno completato il giro circolare passando per la Svizzera.
I quattro del Padre Nostro
Ho potuto così scendere < a balla > con una certa calma e a Sottostelvio ho fatto un giretto a piedi per dare una occhiata alla vedretta del Madaccio (m.3318) che sta difronte ai tornanti.
Da Franzeshohe traduzione tedesca di Sottostelvio parte un sentiero che permette di scendere al Santuario delle Tre Fontane e a Trafoi passando sotto la vedretta dove il ghiaccio sta lasciando il posto ai detriti.
Meglio sbrigarsi per la visita che tra pochi anni non ci sarà più nulla da vedere.
L'Ortles e la vedretta del Madaccio
Alle ore 17.00 la comitiva si è ritrovata in quel di Prato e alle ore 19.00 tutti erano a casa propria dove la moglie li attendeva sulla soglia.
Una gita distruttiva di ben 12 ore insieme ai tre re magi. Bono che mancava il quarto!
Novità positiva rispetto al 2020 è la presenza della ciclabile a partire da Prato lunga alcuni chilometri, novità negativa ma purtroppo necessaria la presenza di numerosi cantieri per ripristinare strada e massicciata.
Altra nota negativa questa volta tecnica: il residuo di batteria in Cima al Passo era pari al 32%; pur pedalando senza strappi al motore come recita Battisti i tre anni trascorsi hanno influito sicuramente sulla tenuta del cuore della Ebike. Nel 2020 avevo terminato l'intero giro, Svizzera compresa con il 40% residuo.
Una batteria originale nuova costa oggi la bruttezza di 830 Euro....IVA inclusa! Me trasformo in Re Magio!
Verso Cima Coppi
TOUR " PASSO DEL MANGHEN "
Ed eccoci ancora in moto anzi in Ebike. Il Passo Manghen non lo bazzico da un po' di tempo che qui Vaia & Bostrico hanno prodotto una catastrofe che bisognerebbe obbligare i politicanti ad un pellegrinaggio a piedi proprio da queste parti. Le montagne sono brulle oppure marroni dove ancora gli alberi secchi stanno in piedi.
I tronchi d'albero non si contano, come anche i rimasugli di legna inutilizzati che motosega in mano potrei riscaldare casa per dieci inverni utilizzando il solo caminetto.
Non tutti i luoghi sono raggiungibili con trattori e veicoli appropriati e i tronchi abbattuti sono ancora lì dopo cinque anni dall'Uragano che colpi questa parte delle Alpi nell'ottobre 2018. Al resto come accennavo ha pensato il bostrico che con le temperature miti di questi inverni e la mancanza di precipitazioni nevose ha fatto il resto. A ripensarci percorsi quella valle in compagnia di due oggi dispersi, nel lontano 2010 e quindi più di 13 anni fa. L'obiettivo di allora era quello di fare un tratto della Translagorai ma l'impresa riuscì solo parzialmente.
Raggiungere il passo per chi ha alle spalle lo Stelvio con i suoi 1800 metri di dislivello non è costato gran fatico tanto che dopo i due etti di spaghetti mangiati al passo, scesi al Ponte delle Stue abbiamo risalito la valle che porta a Malga Cazzorga. Qui il compagno di ventura meno allenato ha dovuto innestare la marcia MTB data la presenza di alcuni tratti al 20% su strada sterrata. Io rimanendo in TOUR ho utilizzato invece il 50. La pendenza media come si evince dai numeri è pari al 10% superiore quindi al tratto percorso in mattinata.
La malga in questione non è raggiungibile in auto e nell'autunno scorso abbiamo impiegato più di 2 ore per arrivare in questo luogo silenzioso ai piedi della catena del Lagorai con Cima delle Stellune e Cima delle Buse sullo sfondo. Una ulteriore camminata di circa 1 ora permetterebbe di raggiungere il lago delle Stellune e Forcella Valsorda presidiata dai Keiserjager durante la prima guerra. E' strana l'assenza di una forestale fino alla forcella dato che la forcella era importante anche per rifornire le truppe nella zona del Passo 5 Croci. Probabilmente per evitare che il nemico sfondando le linee, raggiungesse facilmente il fondovalle, i militari austriaci non attrezzarono meglio il tratto superiore del sentiero.
Oltre ai 1160 metri di dislivello relativi al Manghen bisogna aggiungere gli altri 550 metri che portano alla malga. Il dislivello totale in questa gita è stato pari a 1710 metri....quasi uno Stelvio. Le quote più modeste favoriscono comunque i biker.
La mappa relativa a Passo Manghen
Il Passo Manghen e Malga Cazzorga
La mappa relativa a Malga Cazzorga
TOUR " PASSO SELLA "
Mentre i Telecomici ideavano un Giro della Madonna con 2500 metri di dislivello per testare le nuove ebike fiammanti da 750 Wh, il sottoscritto sottraendosi saggiamente a quella disavventura si inoltrava nella Val di Fassa. Il dislivello risulterà essere la metà di quello della combriccola di cui sopra, 2 ore di pedalata effettiva che sono diventate 3 con le soste per la mela a Canazei e il panino sul passo e le irrinunciabili fotografie. Alla mattina alle 10.00 l'inizio della Val di Fassa è all'ombra e provvidenziale è stata la scelta della maglietta con le maniche lunghe che lascerà spazio a quella con le maniche corte lungo la salita. Come si evince dalla cartina infatti fino a Canazei la pendenza risulta molto contenuta e non si suda affatto. Da lì in poi è un altro discorso anche per il traffico automobilistico che sui passi è pericoloso ed eccessivo. Pulman, auto d'epoca, porsche , ferrari e bmw, motociclisti rombanti e pure pacchere si accaniscono lassù sui passi.
Le ultime spaccano la montagna difronte, ai piedi del Pordoi. Che cavolo stanno facendo sarebbe bello saperlo......sicuramente l'Unesco ha dato ai trentinazzi il suo benestare! Fate un bel lago in quota per la neve artificiale.
La mappa
Ben più chiara risulta questa veduta d'insieme con i tre famosi passi di cui il Sella risulta essere il più alto.
Quadro d'insieme
Ma vediamo una successione di fotografie di cui la prima effettuata appena sopra Moena e l'ultima poco sotto il passo. La coppa è posizionta alla rotonda di Canazei. Si lascia a destra la via per il Passo Fedaia e s'imbocca quella per i rimanenti.
Questa prima settimana di settembre il tempo è stato bello e giovedì 7 semplicemente stupendo per cui mi sembra d'obbligo allegare altre immagini esplicative.
Passo Sella
Il tabellone tapezzato
Appena aldilà del passo si vede la Val Gardena con il massiccio del Sassolungo illuminato in modo stupendo:
Il Sassolungo (m.3181)
Voltandosi indietro appare invece il Pordoi con la Marmolada (m.3342):
Panorama verso Est
Sulla via del ritorno ho dato una occhiata ai famosi " Sassi " che qui come sul Sassolungo occupano i piedi del massiccio. Altra sosta a Canazei e poi a Moena per visitare il " Museo della Gran Vera " ossia della prima Guerra Mondiale che come si sa è stata combattuto anche qui sulle montagne.
Ambiente, architettura e storia nel cuore delle Dolomiti
Due sezioni meritano una visita non frettolosa: quella che raccoglie le fotografie di Ernst Friedrich autodefinitosi " Essere umano " e non tedesco. Nel 1924 pubblicò un libro dal titolo " Guerra alla guerra ". Morti e invalidi non si contano come pure le contrapposizioni tra i soldati caduti e i generali che brindano. Nel 31 il museo degli orrori che dirigeva fu ovviamente chiuso dai nazisti.
Riguardo al nazismo e a quello che ha perpetrato altrettanto importante è la mostra dedicata " Ad un uomo giusto " un ebreo, Richard Lowy che frequentò per molti anni Moena ed era conosciuto e stimato da tutti. E' facile immaginare quale fu la sua sorte.
Richard Lowy
Che sia chiaro la Ebike è inscindibile dalla storia e cultura dei luoghi che attraversa. Deformazione professionale...chiedo venia.
TOUR " MONTE CORNO "
Mappa
Tour di quasi 26 km con 1100 metri di dislivello. Si parte da Molini poco più in basso della sella di Trodena per raggiungere la frazione di Caoria salendo al passo omonimo posto a 1432 metri di quota. Il passo delimita due entità geologiche diverse; a Nord con il Prato del Re c'è la Madrutta che incombe sulla valle dell'Adige di natura calcarea mentre a Sud-Est ci sono le ignimbriti di Monte Corno (m.1781).
Lungo il percorso
Una piccola sosta la merita di sicuro Casignano con la piccola chiesetta e monastero annesso. Pare di capire che sia possibile trascorrere dei momenti di riflessione nelle cellette del monastero.
La chiesa è aperta ai visitatori e sullo sfondo c'è un bell'altare ligneo con statue di santi ai lati. Poco distante c'è un tiglio secolare alto 33 metri con circonferenza di 5 che non entra nell'obiettivo del cellulare..
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Casignano: interno della chiesetta
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Meridiana e tiglio monumentale
Poco più in sù di Casignano finisce la strada asfaltata e incominciano le forestali. A sinistra si sale verso la Sella di Caoria mentre a destra si scende verso il Kanzel ossia il balcone panoramico sulla valle dell'Adige ed è possibile raggiungere Egna.
Piani del Re |
Verso il Brenta |
Sosta a Caoria per il panino di rito e le obluzioni nei Bagni Kneip locali dove una targa consiglia di propendere per l'equilibrio psichico e dunque per la calma come generatore di conoscenza. Facile a dirsi in una società nevrotica come la nostra...sul farsi è un'altra storia....diciamo che la Ebike può aiutare vista la possibilità di imboscarsi letteralmente!.
La calma genera conoscenza
Ripreso il cammino ho puntato verso malga Corno che sta sul lato del crinale che guarda alla Val di Fiemme. Qui bisogna fare attenzione perchè i sentieri segnati diventano in realtà difficilemente percorribili con la bici e bisogna svoltare a sinistra all'altezza di un tornante lasciando perdere le indicazioni. Più avanti e più in sù perchè si guadagna quota, si trova un bivio; a sinistra si sale al Lago Nero che penso di avere raggiunto per la prima volta proprio in questa escursione. Infatti è abbastanza fuori dalle forestali tradizionali che collegano Caoria a malga Corno. proseguendo dritto si raggiunge infatti il Lago Bianco e subito appresso la malga.
Oasi di pace purtroppo danneggiata dall'uragano Vaia che ha sradicato tutti gli alberi sul lato Ovest. E' possibile effettuare il periplo del lago e della torbiera con tutte le note descrittive del caso.
Lago Nero e relativa torbiera
Mamma provincia sottolinea ovunque l'importanza delle torbiere, ambienti rari che ospitano specie floreali uniche. Se passiamo però dalle torbiere di montagna a quelle di pianura la prospettiva cambia...le torbiere non servono a nulla, vanno eliminate e sostituite dai soliti pomari OGM alla faccia della cultura ecologica-ambientale. Bla, bla. bla....
Dal Lago Nero senza tornare indietro una forestale un po' malmessa ma comunque percorribile scende a malga Corno incrociando il sentiero tradizionale..
Da qui il percorso è quello classico; dalla malga si va in picchita a Passo della Cisa poi a Trodena e lungo il velocissimo e nuovo asfalto a Molini ossia il punto di partenza.
Residuo di batteria al 37% in modalità Tour.....Apporto elettrico 60 %......
TOUR " SEMONZO - MONTE GRAPPA "
Le vie del Grappa sono quasi infinite o come indica la mappa almeno 10+1:
Se riesci a farle tutte, che dal dire al fare c'è di mezzo il mare anche a bordo della Ebike, ti danno il brevetto o meglio lo devi acquistare che Gratis è morto!
Con oggi sono a quota 4 con in sequenza la n.9 ossia la " Classica " da Caupo, la n.8 nella gola dello Stizzon affrontata solo in discesa, la n.1 ma con deviazione al Col Moschin e la n.2 la "Giardino " che parte da Semonzo e corre quasi parallela alla precedente la " Cadorna ". Le ultime due sono intitolate agli imboscati che comandavano da queste parti ai tempi di Ceco Beppe.
Strade militari dunque e sicuramente necessarie perchè sul Monte Grappa e sul Piave abbiamo fermato il nemico che altrimenti arrivava prima a Vicenza e poi giù fino al Po fiume sacro alla lega dei veneto lumbard.
Al Rif. Bassano dei bei cartelloni enumerano con dovizia di informazioni i 10+1 percorsi.
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Eccole qui le 4 dell'Ave Maria.....speriamo di aggiungere in futuro anche le rimanenti...
Veniamo alla n.2:
Mappa
Partenza da Semonzo che dista circa 40km da Caupo e non è quindi proprio dietro l'angolo. Quota m.205 e dunque bisogna superare un dislivello di circa 1500 metri per arrivare alla meta.
La pendenza come si evince dalla mappa di Koomot, ma anche dalla cartellonistica di cui sopra è regolare con valore medio pari all' 8% ma con alcuni tratti al 14%.
Lunga circa 20 Km è caratterizzata da numerosi tornanti nel tratto iniziale quello boscato anche con bei cipressi. Riguardo al panorama c'è o meglio ci sarebbe viene da dire, ma viene da piangere a vedere come hanno ridotto la pianura....case, capannoni, cemento, asfalto.
La riviera degli olivi è una striscia discontinua più o meno a ridosso delle pendici del massiccio. Bene che le pendici sono verticali altrimenti le case e il resto salirebbero su per i colli co,e i ciclisti.
Il tratto iniziale del percorso
Dopo il 20 esimo tornante la strada s'inerpica sotto la montagna e sono presenti due brevi gallerie. Poco più in sù a Campo Croce cominciano i pascoli. Campo Croce è oggi caratterizzata da prati e boschi ma nei tempi bui come si vede dalla fotografia in BN era totalmente disboscata.
In dirittura d'arrivo
A circa 5 Km dall'arrivo s'intravede il Sacrario del Grappa e la strada s'inerpica con gli ultimi tornanti. La nebbia copre la montagna e a fatica si scorge il monumento al partigiano e alla resistenza molto meno problematica quella del ciclista ovviamente.....
A. Murer (1922-1985): monumento al partigiano
Libertà
Opera di Augusto Murer fu realizzata nel 1974 in ricordo delle truppe partigiane che combatterono e morirono sul Grappa contro i nazifascisti.
Poco più in sù c'è il Rif.Bassano e la cima del monte con il Sacrario che si nasconde nella nebbia. Chi sale lassù non rinuncerà mai a scattare una foto.....
Il Sacrario del Grappa
Bella salita a portata di Ebiker: residuo di batteria pari al 45% con rapporto di potenza pari a 37/63. Il che significa che il motore è necessario...eccome!
Ricordo ai biker che il percorso ricalca in massima parte la Crono degli Eroi del 2014 vinta da Nairo Quintana. Impiegò 1 ora partendo da Bassano del Grappa....ma che motore aveva a bordo? Quell'anno vinse il 97° Giro d'Italia....ma poi non si ripetè più.
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